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Poroshenko, Merkel e Hollande auspicano cessate fuoco per l'Ucraina

E' stato aperto un corridoio umanitario nella zona di Debaltseve - nuovo fronte caldo nel sud-est ucraino - per permettere l'evacuazione dei civili. Lo fanno sapere i separatisti. Eduard Basurin, un rappresentante del ministero della Difesa dei ribelli di Donetsk, riferisce un accordo con Kiev per una tregua dalle 9 del mattino alle 18

KIEV. Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko "hanno auspicato un cessate il fuoco immediato" nel sud-est ucraino durante i loro colloqui ieri sera a Kiev. Lo riferisce la presidenza ucraina in una nota precisando che l'incontro dei leader di Berlino, Parigi e Kiev e' durato piu' di cinque ore e "sono state discusse anche le possibilità di sviluppo del dialogo nel formato di Normandia" (Ucraina, Russia, Francia e Germania). Oggi Merkel e Hollande incontreranno Vladimir Putin a Mosca.

Un incontro tra il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il leader del Cremlino Vladimir Putin per una possibile soluzione al conflitto nel sud-est ucraino è previsto nel pomeriggio a Mosca. Il vertice dovrebbe iniziare alle 17 locali, le 15 in Italia. Ieri Merkel e Hollande hanno incontrato a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko.

E' stato aperto un corridoio umanitario nella zona di Debaltseve - nuovo fronte caldo nel sud-est ucraino - per permettere l'evacuazione dei civili. Lo fanno sapere i separatisti. Eduard Basurin, un rappresentante del ministero della Difesa dei ribelli di Donetsk, riferisce un accordo con Kiev per una tregua dalle 9 del mattino alle 18.

Ieri i ministri della Difesa della Nato a Bruxelles hanno dato il via politico al "più grande rafforzamento dalla fine della guerra fredda" per "rispondere alle sfide da est e da sud". Mentre Vladimir Putin ha richiamato in servizio per due mesi i riservisti. Una prassi ordinaria, dicono a Mosca. Ma alla coincidenza casuale non crede praticamente nessuno. E la mossa alza ancor più la tensione, tanto a Washington quanto nelle capitali europee. Tensione che Angela Merkel e Francois Hollande stanno cercando di allentare: con una mossa a sorpresa, che lascia fuori la diplomazia Ue, la Cancelliera ed il Presidente sono volati oggi a Kiev a colloquio con il leader ucraino Petro Poroshenko e domani saranno a Mosca per tentare di spegnere direttamente con Putin l'incendio. Una mediazione lanciata "prima che il conflitto finisca fuori controllo", come ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.

In sostanza, ha riferito John Kerry che oggi si trovava a Kiev, Merkel e Hollande hanno ricevuto delle proposte top-secret da Putin e intendono a loro volta fare delle "controproposte" per mettere a punto un piano accettabile per tutti. Il Cremlino, insomma, si dice "pronto a negoziati costruttivi". Ma è chiaro che l'Occidente non crede più alle parole russe. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ad esempio, ha garantito il "sostegno" dell'Alleanza all'iniziativa di Merkel e Hollande, ma ha richiamato Mosca a compiere finalmente "un genuino sforzo" per una soluzione pacifica. Mentre il segretario di Stato Usa, a Kiev prima di partecipare alla annuale conferenza sulla sicurezza di Monaco (in cui ci sarà anche il suo omologo Sergei Lavrov), da una parte ha assicurato che l'Occidente non sta cercando il conflitto, dall'altra è tornato a rilanciare l'ipotesi di fornire armi all'Ucraina. Opzione, quest'ultima, pericolosa per la maggior parte degli europei: nettamente contrarie, ad esempio, Berlino, Parigi e Roma. Il ministro della Difesa tedesco, Ursula van der Leyen, l'ha definita "un passo sbagliato".

L'italiana Roberta Pinotti si è detta seccamente "contraria" perché, ha spiegato, "in un momento in cui c'è una escalation, sarebbe una misura che ulteriormente la rafforza, un incentivo all'aumento della temperatura che invece dobbiamo assolutamente raffreddare". Germania e Italia, con Francia, Gran Bretagna, Polonia e Spagna, saranno invece tra le sei 'nazioni quadro' che guideranno a rotazione la nuova 'Nato Responce Force' (Nrf), il cui rafforzamento - deciso al vertice di settembre in Galles - oggi è passato all'unanimità nella ministeriale Difesa. Via libera essenzialmente politico: a giugno prossimo dovranno essere definiti i dettagli logistici e la piena operatività è prevista dopo il vertice di Varsavia nel giugno 2016.

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