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Il tesoro: nelle casse 2 miliardi di dollari

Nelle casse dello Stato Islamico, almeno 2 miliardi di dollari. Sono i proventi derivanti da esportazioni di petrolio - circa 9 mila barili al giorno, a prezzi che vanno dai 25 ai 45 dollari a barile - e rapimenti, «contributi» provenienti dall'estero e commercio di reperti archeologici, razziati da musei e scavi. Isis è riuscito anche a dotarsi di un efficiente sistema fiscale, gestito da Banca di Credito di Raqqa che incassa le tasse versate da imprese e cittadini. Una delle voci principali di uscita, oltre l'acquisto di armi, sono invece gli stipendi pagati a funzionari e miliziani che percepiscono circa 500 dollari al mese: si calcola che a libro-paga dell'Isis vi siano 60 mila uomini. Le monete ufficiali sono «dinaro» d'oro e «dirham» d'argento, che hanno sostituito dinaro iracheno e lira siriana.

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