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Thailandia, il Parlamento vota contro l'ex premier: sì all'impeachement

La messa in stato d'accusa, relativa a un controverso programma di sussidi ai coltivatori di riso, comporta l'interdizione dalla politica per cinque anni per Yingluck, la prima donna premier nella storia del Paese

BANGKOK. Il Parlamento thailandese, dominato dai militari, ha votato oggi con 190 voti a favore e 18 contrari l'impeachment per l'ex premier Yingluck Shinawatra, rimossa dall'incarico lo scorso maggio due settimane prima del colpo di Stato da parte del generale Prayuth Chan-ocha.

La messa in stato d'accusa - relativa a un controverso programma di sussidi ai coltivatori di riso - comporta l'interdizione dalla politica per cinque anni per Yingluck, prima donna premier nella storia del Paese.

Il programma per cui è stata condannata Yingluck prevedeva l'acquisto del riso da parte dello Stato a prezzo maggiorato, nella speranza che l'accumulo di scorte facesse salire il prezzo sul mercato mondiale, per poi rivendere il riso a realizzare un guadagno.

L'aumento della produzione da parte degli altri Paesi portò però a un calo del prezzo di mercato, e le casse statali di Bangkok - tra cattiva gestione e corruzione - persero 500 miliardi di baht (13,3 miliardi di euro).

Nella sua ultima difesa, ieri Yingluck aveva definito la possibile interdizione «una violazione dei miei diritti fondamentali», aggiungendo che le accuse contro di lei erano «politiche».

Tale interpretazione è condivisa dalla maggior parte degli analisti, che attribuiscono al generale e ora premier Prayuth l'ossessiva intenzione di fare piazza pulita dell'influenza di Thaksin Shinawatra. L'ex magnate fratello di Yingluck ed ex premier, il cui campo politico ha vinto ogni elezione nel Paese dal 2001 in poi, ha costruito il suo successo catturando il consenso delle classi medio-basse in particolare nel nord-est rurale.

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