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Pakistan, respinti appelli Onu e Ue per lo stop alle impiccagioni

Il governo del Paese ha detto di rispettare la comunità internazionale che vorrebbe di nuovo la sospensiva, "ma lo Stato sta attraversando circostanze straordinarie e ci vogliono misure straordinarie"

ISLAMABAD. Il Pakistan ha respinto gli appelli dell'Onu e dell'Unione europea (Ue) per un ripristino della moratoria sulle esecuzioni capitali ed uno stop alle impiccagioni riprese negli ultimi giorni nei confronti di condannati per terrorismo. «Il Pakistan rispetta la comunità internazionale - ha detto un portavoce governativo Tasnim Aslam ieri sera a Islamabad - ma il Paese sta attraversando circostanze straordinarie che richiedono l'adozione di misure straordinarie».

Una di queste misure annunciata dal premier Nawaz Sharif dopo il massacro di oltre 130 bambini nella Scuola pubblica militare di Peshawar è stata appunto la sospensione della moratoria per i condannati per terrorismo. Prima la Ue, e poi il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon in una telefonata a Sharif, hanno chiesto nei giorni scorsi il ripristino della sospensiva che veniva osservata in Pakistan dal 2008 sulle esecuzioni delle condanne a morte. In un messaggio via Twitter lo stesso portavoce pachistano ha sostenuto che «il Pakistan è consapevole degli obblighi che gli derivano dagli accordi e dalle cnvenzioni dell'Onu. Ma la messa a morte dei terroristi non viola alcuna legge internazionale».

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