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Folla ai funerali del ministro palestinese, scontro su autopsia

Palestinesi e israeliani divisi sull'esame autoptico. Per i primi "le cause della morte sono dovute ai colpi del soldati e all'inalazione di gas lacrimogeni". Per Israele invece si è trattato di un infarto

TEL AVIV. Abu Mazen e l'intera leadership palestinese hanno reso omaggio oggi a Ramallah, nel palazzo presidenziale della Muqata, alla salma, coperta dal tricolore palestinese, di Ziad Abu Ein, il ministro morto ieri a seguito di tafferugli con l'esercito israeliano. Alle esequie, nel cimitero di Al-Bireh, alcuni hanno invocato «vendetta». E ad Hebron ci sono stati scontri con l'esercito.

La morte di Ziad Abu Ein ha continuato ad opporre palestinesi e israeliani, divisi anche sulla lettura dei risultati dell'autopsia. Il portavoce dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Ihab Bseiso ha annunciato che, «dopo aver ascoltato i risultati post mortem, il governo palestinese ritiene Israele pienamente responsabile dell'uccisione di Ziad Abu Ein». Israele ha parlato invece di «infarto dovuto allo stress», dettagliando in una nota i risultati dell'esame.

Il ministro degli Affari strategici palestinese Hussein Al Sheikh, citato dai media palestinesi, ha spiegato che in base all'autopsia - condotta nell'istituto legale di Abu Dis alla presenza di medici palestinesi, giordani e israeliani - le «cause della morte sono dovute ai colpi del soldati, all'inalazione di gas lacrimogeni e al fatto che ad Abu Ein è stato impedito di raggiungere l'ospedale in tempo. Non ci sono - ha aggiunto - altre narrative».

Diversa la versione israeliana: «La morte di Ziad Abu Ein - ha spiegato il portavoce del ministero della Sanità - è stata causata da un blocco dell'arteria coronarica dovuta ad un'emorragia sottostante uno strato di placca aterosclerotica. Il sanguinamento potrebbe essere stato causato dallo stress». E, dopo aver sostenuto, che sul collo di Ziad Abu Ein, sono state riscontrate «indicazioni di una leggera emorragia e pressione localizzata» - dovute probabilmente alla colluttazione con un soldato, come mostra un video postato già ieri su Youtube - ha sottolineato che «vecchie cicatrici hanno rivelato che Ziad Abu Ein ha sofferto di precedenti infarti del miocardio».

Fatto sta che la vicenda ha approfondito il solco tra le parti e spinto la dirigenza palestinese - secondo quanto annunciato dal negoziatore capo Saeb Erekat - a mettere sul piatto già ieri sera nella riunione di emergenza a Ramallah cinque decisioni. Tra queste, la presentazione della richiesta di una Risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu per la fine dell'occupazione, la creazione di uno Stato palestinese sui confini del '67 e con Gerusalemme est come capitale.

Ma anche la «la riconsiderazione del coordinamento di sicurezza» con Israele. Una realtà questa che finora ha retto nella pur travagliata storia dei rapporti tra le parti e che ha consentito una barriera contro Hamas e altri gruppi radicali. Non a caso ieri, subito dopo i fatti, il premier Benyamin Netanyahu - ma anche il ministro della Difesa Moshè Yaalon - si è appellato alla controparte a mantenere calma la situazione e ad agire responsabilmente.

Invito ripetuto oggi ad entrambe le parti dal presidente Reuven Rivlin, che ha ribadito che «Israele è impegnato nelle indagini e che agirà in base alla legge». Il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha rivendicato i risultati dell'autopsia in base ai quali Ziad Abu Ein è morto per un infarto e che «le accuse rivolte ad Israele da Abu Mazen e dalla dirigenza dell'Anp hanno il significato di incitare l'opinione pubblica palestinese».

La morte di Ziad Abu Ein è stata condannata oggi dall'Egitto: il ministero degli Affari esteri ha chiesto ad Israele «di esercitare la massima moderazione e fermare l'uso eccessivo
della violenza che porta solo ad altro spargimento di sangue tra le parti».

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