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Salgono le vittime del tifone Hagupit: 21 i morti nelle Filippine

Ha portato con sè venti con raffiche fino a 200 chilometri all'ora e precipitazioni senza sosta, che hanno causato allagamenti, cadute di alberi e di pali della luce, danni ai tetti

BANGKOK. È salito ad almeno 21 morti il bilancio del tifone Hagupit (Ruby) nelle Filippine, dopo la scoperta di vittime nella provincia di Eastern Samar (centro-est), la prima colpita dalla tempesta sabato sera. Lo ha riferito la Croce Rossa filippina.

«Abbiamo notizie confermate di 21 morti a Eastern Samar, di cui 16 a Borongan», ha detto Gwendolyn Pang, segretario generale dell'organizzazione. Hagupit questa mattina è sceso allo status di tempesta tropicale ma è ancora presente nell'arcipelago. Hagupit (Ruby) sta al momento viaggiando verso nord-ovest in direzione dell'area metropolitana della capitale Manila, dove in serata sono attesi forti venti e piogge torrenziali.

Ruby - o «Hagupit» nella denominazione internazionale - è entrato nella parte centro-orientale dell'arcipelago (isola di Samora) ieri sera dopo le 21, proseguendo la sua corsa in direzione nord-ovest lungo un fronte di oltre 500 chilometri.

Ha portato con sè venti con raffiche fino a 200 chilometri all'ora e precipitazioni senza sosta, che hanno causato allagamenti, cadute di alberi e di pali della luce, danni ai tetti.

Se la «frustata» (il significato di «Hagupit» in tagalog) è stata violenta, si crede che il disastro del tifone di un anno fa abbia contribuito ad una maggiore consapevolezza della popolazione e quindi a prevenire perdite di vite. «Haiyan è stato il miglior insegnante. La gente non ha avuto bisogno di essere convinta per essere evacuata. Anzi, molti hanno lasciato le loro case volontariamente», ha detto Corazon Soliman, ministro degli Affari sociali. Quasi un milione di persone erano state evacuate in circa mille rifugi approntati per l'emergenza.

Tuttavia, Ruby è ancora capace di causare disastri lungo il resto del suo percorso. Secondo l'agenzia meteorologica nazionale, il tifone ha parzialmente perso di intensità - i venti sono scesi a 140 chilometri orari - ma nel compenso avanza molto lentamente, a soli 10 km/h.

Ciò significa che rimane più a lungo in ogni zona da esso toccata, col potenziale di causare danni maggiori.

Si calcola che la tempesta uscirà dall'arcipelago tra mercoledì e giovedì mattina, toccando in qualche modo 55 province filippine su 85, e facendo sentire i suoi disagi a circa 50 milioni di persone: la metà della popolazione. Prima di dichiarare conclusa l'emergenza, inoltre, non va dimenticato che molti villaggi in zone rurali sono tuttora isolati dato il blackout delle comunicazioni.

E se per la conta di vittime e danni bisognerà aspettare qualche giorno, il lavoro di ricostruzione sarà comunque ingente. Per le 25 mila persone che vivono ancora in tende o alloggi temporanei dalla catastrofe di un anno fa, per esempio, c'è il forte rischio che serviranno nuove sistemazioni.

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