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Sierra Leone e Guinea verso la recessione per colpa dell’ebola

WASHINGTON. La crisi ebola farà piombare in recessione la Sierra Leone e la Guinea nel 2015, due paesi che avevano all'orizzonte una solida crescita economica prima dello scoppio dell'epidemia. Lo afferma oggi la Banca mondiale (Bm). La Sierra Leone dovrebbe vedere il suo prodotto interno lordo contrarsi del 2,0%, la Guinea dello 0,2%, afferma la Bm, prima istituzione a prevedere una recessione in questi due paesi.

EBOLA, IL BILANCIO. Finora sono 22 i pazienti con virus Ebola trattati fuori dall'Africa, compreso il medico italiano di Emergency ricoverato allo Spallanzani. Nella maggior parte dei casi si tratta di operatori rimpatriati dopo essersi ammalati prestando servizio nei paesi piu' colpiti, mentre pochissimi sono i contagi avvenuti su suolo europeo o statunitense. Il tasso di guarigione è molto alto, e finora si contano solo cinque decessi.  Negli Usa sono 10 i pazienti trattati per il virus, il primo dei quali e' stato Kent Brantly, un medico missionario rimpatriato dalla Liberia e guarito anche grazie al siero sperimentale Zmapp. Come lui sono guariti altri due medici e un'infermiera, che avevano contratto il virus in Africa, e un cameraman della Nbc. Sono guarite anche le due infermiere che a Dallas si sono infettate dopo il contatto con il 'paziente zero' statunitense, il cittadino liberiano Thomas Eric Duncan, che invece e' morto. Non ce l'ha fatta neanche Martin Salia, un medico statunitense contagiato in Sierra Leone e rimpatriato il 15 novembre scorso in Nebraska quando però le sue condizioni erano già molto gravi.

In Spagna sono morti entrambi i missionari rimpatriati, il primo dei quali e' stato anche il primo caso di Ebola fuori dai confini africani, mentre Teresa Romero, l'infermiera che si e' infettata dopo aver curato uno dei due, e' stata dichiarata guarita. Sono guariti anche un'infermiera curata in Francia, una in Spagna e un operatore sanitario in Norvegia, tutti rimpatriati dopo aver contratto il virus in Africa. Sempre in Francia un operatore dell'Unicef ricoverato a Parigi ai primi di novembre dopo il contagio in Sierra Leone e' stato dimesso pochi giorni fa e ha gia' lasciato il paese. Anche in Germania sono stati trasportati tre pazienti. Due medici, uno guarito e uno ancora in trattamento, e un operatore dell'Onu che invece e' morto. In Svizzera e' invece ricoverato dal 21 novembre un operatore cubano, le cui condizioni sono definite nei bollettini medici in miglioramento. Poco si sa dei trattamenti a cui questi pazienti sono stati sottoposti. Sugli statunitensi e' stato usato sicuramente almeno il plasma di persone guarite, oltre a qualche farmaco sperimentale, mentre l'infermiera francese ha ricevuto dei non meglio specificati 'trattamenti sperimentali'.

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