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Corea del Nord, esule replica a Razzi: "I lager esistono"

ROMA. L'esule nordcoreano Shin Dong-hyuk ha respinto le accuse, mossegli lunedì dal senatore Antonio Razzi, di aver mentito sull'esistenza di campi di concentramento in Corea del Nord descritta in un proprio libro. In una "risposta" al senatore di Forza Italia diffusa dall'Ufficio stampa della casa editrice Codice edizioni, l'esule ha definito "ridicolo credere alle parole di un dittatore e di un regime come quello Nordcoreano" che, al pari di Razzi, negano l'esistenza dei campi.

Shin, nel rivolgersi al "Caro Senatore Razzi", gli scrive: "spero lei sia felice" di vivere nel "mondo libero" dove è "comodo poter dire qualunque cosa senza pensarci". I "turisti", ha ricordato, "vedono solo ciò che il regime vuole che vedano". Razzi, su Radio 24, invece aveva sostenuto che quanto denunciato sui campi è "tutto inventato: sono sette anni che vado lì.

I lager c'erano negli anni Quaranta", ma oggi "non ci sono", "non esistono". "Questo vuole fare i soldi alle spalle della gente", aveva sostenuto il senatore: "la gente abbocca" e lui "vende i libri; questo ha imparato la furbizia". La casa editrice invece sottolinea come l'esule sia "nato nel famigerato Campo 14, fuggito a 23 anni dopo aver subito la fame, la schiavitù, le torture più atroci, e dopo aver visto uccidere davanti ai suoi occhi la madre e il fratello".

Codice Edizioni ricorda di aver pubblicato in Italia il libro "Fuga dal campo 14" in cui la sua storia è descritta da un giornalista del New York Times, Blaine Harden. "Shin Dong-hyuk è stato insignito del prestigioso "Moral Courage Award" e "Human Rights Watch Award" ed è Testimone Numero 1 della Commissione Onu istituita a partire dal libro sui crimini commessi dal regime Nord Coreano contro il suo popolo", ricorda la nota.

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