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Il controllo del grano: così lo Stato islamico accresce il suo potere

Nelle aree rurali conquistate in Siria e Iraq, i jihadisti non puntano tanto al petrolio quanto al grano. I proprietari delle piantagioni pagano una quota di denaro in cambio di protezione e anche il prezzo delle vendite è controllato

Non più solo petrolio, ma anche le più antiche e rurali piantagioni di grano. Nei territori  conquistati in Iraq e Siria, lo Stato islamico, infatti, pare  abbia diversificato i suoi interessi di possedimento dall'oro nero al controllo delle risorse agricole, in particolare quelle del grano.

Come rileva Il foglio, infatti, il petrolio non basta e per consolidare la propria autorità anche nelle aree più rurali l'Isis ha capito che occorre mettere le mani sulle piantagioni di grano. I jihadisti avrebbero così conquistato già il 40 per cento delle piantagioni irachene, imponendo ai coltivatori locali il prezzo di vendita del prodotto.

Lo schema imposto dai combattenti è semplice: protezione per il coltivatore e la sua famiglia in cambio di una somma di denaro e, nel caso non sia musulmano, della sua conversione. Se l'offerta viene rifiutata la coltivazione passa automaticamente sotto la gestione del Califfato, sotto forma di bene sequestrato.

Ancora più semplice, poi, per i jihadisti è raccoglierlo dai campi abbandonati dalle famiglie in fuga dalla guerra.

 

Così intere distese di terre coltivate a grano prima di proprietà di minoranze cristiane e  degli yazidi sono adesso sotto l'amministrazione del Califfato.

Il grano è la principale risorsa in aree rurali come quelle presenti in alcune zone dell'Iraq e della Siria e rappresenta dunque uno strumento di potere economico alla stregua del petrolio.

 

Secondo quanto rilevato da un reportage di Reuters, dopo essersi impossessati del silos che contengono il grano, i combattenti del Califfato hanno piazzato dei cecchini per difendere la struttura dagli attacchi dei curdi, convinti che la struttura non sarebbe stata colpita dai raid americani data la sua vicinanza al centro cittadino.

Lo scopo dei militanti islamici, hanno spiegato all'agenzia di stampa i proprietari del silos, era quello di assicurare che il grano lavorato in quella struttura fosse impiegato per sfamare i residenti dei territori sotto il loro controllo.

Il controllo del mercato del grano non è meno redditizio rispetto a quello del petrolio, almeno se si considerano i consensi che può generare a favore del Califfato. Il grano prodotto negli appezzamenti sotto il controllo dei combattenti islamici è venduto a prezzi stracciati, molto più bassi rispetto a quelli di mercato. Così il Califfato agisce come un governo in tutto e per tutto e impone prezzi che possano assicurare alla popolazione che la legge di Abu Bakr al Baghdadi conviene a tutti.

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