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Riforma fiscale negli Usa, Obama: meno tasse alle imprese

NEW YORK. Una riduzione dell'aliquota fiscale sulle imprese al 28% dall'attuale 35% e una stretta sulle multinazionali per scoraggiare "giochi contabili che trasferiscono profitti all'estero. Queste alcune delle novità della riforma fiscale che il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, presenterà nelle prossime ore. Una riforma - come ha detto Geithner nei giorni scorsi - che "aiuterà le imprese a giocare tutte in base alle stesse regole e consentirà al governo di raccogliere le necessarie entrate promuovendo la crescita".  
I repubblicani e le imprese si sono più volte lamentate che una tassa al 35% è fra le più alte al mondo e questo crea svantaggi competitivi per le aziende americane. Ma non tutti sono d'accordo, con alcune analisi su 115 delle 500 aziende quotate allo S&P 500 che hanno evidenziato un'imposizione fiscale inferiore al 20% in un periodo di cinque anni. "Con l'attuale sistema fiscale gli Stati Uniti avranno a breve tasse sulle imprese fra le più alte fra i peasi sviluppati e questo mette le aziende in una posizione di svantaggio. Il sistema è anche ingiustificatamente complicato per le piccole e medie imprese", afferma un rappresentante dell'amministrazione Obama, secondo il quale la proposta punta a semplificare il sistema senza aumentare il deficit in quanto la maggior parte dell'aumento delle entrate fiscali si realizzerà con l'addio ad alcuni sgravi che sarà usato per ridurre la pressione fiscale o bilanciare i costi di nuovi sgravi a favore dell'industria manifatturiera, dell'energia pulita e delle attività di ricerca e sviluppo.

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