Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

“La Cina offrì armi a Gheddafi”

A provarlo è un documento ritrovato a Tripoli. Tre aziende sarebbero state pronte a vendere anche munizioni per un valore di 200 milioni di dollari

ROMA. Nei mesi finali del regime di Gheddafi la Cina avrebbe offerto di vendere grossi quantitativi di armi ai lealisti libici. A provarlo è un documento scritto su carta intestata di un dipartimento governativo libico, ritrovato in mezzo ai rifiuti vicino alle abitazioni dei militari nel compound di Bab al Aziziya. Il documento, di cui dà notizia il quotidiano canadese The Globe and Mail che ha potuto consultarlo, mostra che alla fine del luglio scorso tre aziende cinesi produttrici di armi, controllate dallo Stato, erano pronte a vendere armi e munizioni per un valore pari a 200 milioni di dollari, in violazione delle sanzioni imposte dall'Onu.    
Il documento riporta di un viaggio, lo scorso 16 luglio, di alcuni ufficiali del regime a Pechino, dove avrebbero avuto incontri con la China North Industries Corp. (Norinco), la China National Precision Machinery Import & Export Corp. (Cpmic), la China XinXing Import & Export Corp. Le aziende cinesi avrebbero suggerito la possibilità di effettuare la spedizione attraverso l'Algeria o il Sudafrica. "E' quasi certo che queste armi sono arrivate e sono state usate contro il nostro popolo", afferma Omar Hariri, uno dei responsabili militari del Consiglio nazionale di transizione libico. Secondo Hariri, che ha esaminato il documento, le informazioni in esso contenute spiegherebbero la presenza di armi nuove di zecca ritrovate dai suoi soldati sul campo di battaglia. Per alcuni esponenti del Cnt, il documento rafforza i sospetti sull'atteggiamento tenuto da Cina, Algeria e Sud Africa. Questi Paesi, sottolinea il quotidiano canadese, potrebbero ora trovarsi in svantaggio quando si tratterà di siglare contratti con imprese straniere per la ricostruzione della Libia.

Caricamento commenti

Commenta la notizia