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Militare siciliano morto in Afghanistan, i familiari: non voleva partire

Un amico: era stanco e per non voleva fare preoccupare i suoi ma poi ha avuto il sopravvento l'amore per il lavoro. I genitori hanno appreso la notizia dai giornalisti

FRANCOFONTE. Era alla sua terza missione all'estero e "non voleva partire" perché "stanco e per non fare preoccupare la famiglia", ma poi ha "avuto il sopravvento l'amore per il lavoro" anche perché, dopo sette anni di servizio, a dicembre "sarebbe diventato effettivo". Aveva avuto una premonizione il siracusano Sebastiano Ville, 27 anni, di Francofonte, primo caporal maggiore degli alpini, morto, con tre suoi colleghi, in un agguato in Afghanistan.
"Era preoccupato ma l'esercito era la sua vita", rivela un amico che lo conosceva bene. Chiusa nel dolore per la tragedia la sua famiglia: madre casalinga, padre impiegato, due fratelli più piccoli, uno dei quali ancora minorenne, non riescono a darsi pace. Anche per le modalità con cui hanno appreso la notizia: al telefono da un giornalista.
E' il cappellano dei carabinieri della Sicilia orientale, don Salvatore Cunsolo, a ricostruire l'accaduto. "Il padre - dice - è stato svegliato dalla telefonata di un giornalista che ha chiesto se avessero un figlio in missione in Afghanistan, alla risposta positiva gli ha detto 'è nell'elenco dei mort’". Per il sacerdote "fa rabbrividire questa gara a chi arriva prima ad avere la certezza della notizia, e poi diventa sconvolgente per la famiglia".
Lo strazio dei familiari, che hanno avuto bisogno dell'intervento del medico il quale ha somministrato dei sedativi, è riportato davanti la casa della famiglia Villa, in contrada Sant'Antonio, da parenti e amici che minacciosi intimano ai giornalisti di allontanarsi, in un clima di forte tensione: "Non è il momento di scoop - urla uno di loro trattenuto dai carabinieri - andate via, questo è il momento del nostro dolore, non vogliamo giornalisti. Toglietevi di torno...".
Il ritardo nella segnalazione alla famiglia, secondo quanto é stato successivamente ricostruito, è stato legato a un caso di omonimia: c'erano due Sebastiano Ville impegnati in missione all'estero, ed entrambi erano originari di Lentini, mentre diversa era la residenza. Il capitano dell'esercito Ezio Raciti, dell'ufficio pubblica informazione del 62° reggimento fanteria di Catania, sgombera le polemiche: "Se hanno appreso tutto dalla stampa? Non lo sappiamo - osserva l'ufficiale - noi ci siamo mossi in tempo reale e quando abbiamo avuto la notizia ufficiale: alle 10.30 eravamo sul posto".
Il ricordo di Sebastiano Ville è affidato al parroco della chiesa di San Francesco di Assisi, padre Giuliano, che ha sposato i suoi genitori e lo conosceva da quando era nato: "Era un ragazzo per bene, generoso, leale - afferma - il modo in cui é stata stroncata la sua giovane vita non fa che aggiungere dolore a dolore".
Il sindaco di Francofonte, Giuseppe Castania, esprime il "dolore e il pianto dell'intera della comunità" e annuncia "il lutto cittadino per i funerali".

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