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"Anche la stampa è una vittima di mafia"

Lo dice Reporter senza frontiere nel suo rapporto annuale, aggiungendo: "Giornalisti e scrittori come commercianti, imprenditori e magistrati"

PARIGI. C'é anche la "criminalità mafiosa italiana" tra i 40 nemici della libertà di stampa, elencati nel rapporto annuale diffuso da Reporter senza frontiere (Rsf) nella giornata mondiale della libertà di stampa. "I commercianti, gli imprenditori e i magistrati italiani non solo le uniche vittime delle organizzazioni criminali come Cosa nostra, la Camorra, la 'Ndrangheta e la Sacra corona unita - scrive Rsf nel suo rapporto - Giornalisti e scrittori italiani sono, anch'essi nella loro linea di mira, dato che espongono al pubblico le loro azioni". Il testo cita in particolare i casi di Roberto Saviano, "costretto a vivere sotto protezione di polizia permanente", Lirio Abbate dell'Ansa di Palermo e Rosaria Capacchione, cronista del Mattino di Napoli che "da oltre 20 anni segue e denuncia i crimini della Camorra". Non manca, inoltre, un riferimento critico al presidente Silvio Berlusconi, che "a novembre 2009" ha "minacciato di 'strangolare' gli autori di film e libri sulla mafia, che secondo lui davano una cattiva immagine dell'Italia". Tra i 40 Nemici della libertà di stampa elencati da Rsf compaiono numerosi capi di Stato di repubbliche ex-sovietiche, tra cui il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, o di regimi dittatoriali come la Corea del Nord, l'Iran e Myanmar. Numerose anche le organizzazioni terroristiche o paramilitari, dalle Farc in Colombia all'Eta spagnola, alle milizie private filippine.

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