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Haiti, 13 italiani rientrati a Ciampino

Rimpatriati con un Falcon dell'Aeronautica militare i primi connazionali. “La situazione lì è molto difficile”

Roma. È atterrato a Ciampino poco prima di mezzogiorno il Falcon dell'Aeronautica militare con i primi 13 italiani rimpatriati da Haiti. Si tratta di quattro nuclei familiari, tre bambini e il gatto di uno dei bimbi. Sull'aereo hanno viaggiato anche una donna incinta ed un anziano di 87 anni.  Sulla pista dell'aeroporto i familiari, in mano vestiti e abiti pesanti che hanno dato ai loro congiunti arrivati dal caldo haitiano, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Tra i parenti dei primi 13 italiani in arrivo a Ciampino rimpatriati da Haiti c'é anche Antonietta Cappellini, nonna del piccolo Alessandro di 2 anni. La mamma di Alessandro, Fiammetta, nata a Treviglio (Bergamo) è sposata con un haitiano, ha deciso di rimanere ad Haiti con il marito, ma ha chiesto che fosse rimpatriato il suo bambino. Fiammetta, che è operatrice umanitaria e responsabile dei progetti dell'ong Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale), aderente alla Compagnie delle opere, impegnata ad Haiti dal 1999 in progetti sull' agricoltura e sul sostegno ai bambini, è stata tra le prime via Skype, a lanciare l'allarme sulla reale gravità del disastro.
All'inizio, racconta Antonietta Cappellini, "Fiammetta aveva deciso di non lasciare Haiti e di non far partire il bambino perché ci diceva che il suo posto era lì. Poi, ieri, in lacrime, ci ha detto che bimbo non poteva rimanere lì perché la casa è inagibile e lui in queste notti ha dormito in auto".
A Ciampino c'é anche Daniela Iampieri, sorella di Cristina, anche lei sul Falcon dell'Aeronautica che rientra da Haiti insieme al marito e al piccolo Leonardo di soli 10 mesi, la donna lavora per l'Onu. "Noi - dice Daniela - siamo sempre stati in apprensione per Cristina e la sua famiglia e siamo contenti che abbiano deciso di rientrare anche perché la situazione si era fatta insostenibile per un bambino di dieci mesi".
"Sono confusa, ma felice di essere viva – aggiunge Cristina -. È stata una sensazione bruttissima, in un minuto è cambiato tutto e le scosse sono continuate anche successivamente tanto che sembrava di essere su una piattaforma galleggiante. Voglio ringraziare il governo italiano per tutto quello che ha fatto per noi". Al momento della scossa, aggiunge, "ero a casa, l'appartamento ha tenuto ma è inagibile, mentre l'ufficio è stato distrutto". "Non so - osserva - se torneremo ad Haiti, io lavoro per l'Onu e probabilmente torneremo lì ma ora la situazione è molto difficile".

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