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Coprirsi con stile in primavera: è il tempo di giacche e spolverini

Molte donne li preferiscono in toni neutri come l’intramontabile beige, anche se gli stilisti per quest’anno propongono soprattutto il giallo

PALERMO. Uscire di casa con un soprabito è un segno d’eleganza. Nelle stagioni di passaggio al fine estetico si aggiunge l’esigenza di tutelarsi dagli sbalzi di temperatura. Se la lana ed i cappotti vanno definitivamente in soffitta, coprirsi con stile durante la mezza stagione significa scegliere un capospalla che sia armonioso con gli indumenti primaverili e che sia sopportabile, almeno fino a che il caldo isolano non diventi così soffocante dal decretare il «rompete le righe», lasciando spalle e braccia scoperte, con buona pace del bon ton.
«Il rifugio delle palermitane e delle siciliane nella mezza stagione è la pelle – commenta Vera Werber Dell'Oglio, nel settore dell’abbigliamento da trent’anni. – Anche se è un periodo complicato, sia dal punto di vista delle temperature sia da quello ottico, giacche e spolverini, meglio se destrutturati, sono una buona soluzione. Le nostre clienti li preferiscono in toni neutri come il beige, anche se gli stilisti per questa primavera propongono soprattutto il giallo».
Delizioso è il trench corto di Burberry color senape, dal tipico taglio militare nel corpetto che termina con una morbida ruche in vita per 1.895 euro. Ancora corto ed in pelle invecchiata, in colori dust, è il giacchino di Rich Owens, stilista che opera a Parigi, ma di origine pellerossa, un intellettual-chic «scelto dalle donne che conoscono la moda, che viaggiano o che amano sperimentare. I suoi tagli di design giocano con le forme del corpo creando movimenti».
Tra i dettagli l’apertura a “V” in vita e il colli con le zip, con un costo da prima linea di 1.220 euro. È intrecciata la pelle nel capo corto di Tory Burch, color navy, 945 euro. Nero con catenina stile Chanel attorno al colletto ed inserti denim per Dsquared, 2045 euro.
«Soltanto» 595 per il giubbotto Moncler, in tessuto impermeabile bianco con borchie forate simili a pois irregolari. «Questi sfizi di moda – spiega Dell’Oglio - può permetterseli la diciottenne taglia 40 e comunque chi ha già un capo basic nell’armadio, come uno spolverino. Hanno avuto un buon riscontro quelli in pelle sopra il ginocchio della ditta italiana Drome ed il trench, un evergreen che sfugge alle tendenze, e che nei gusti resta neutro, miele, ghiaccio e nero».
Tra ciò che out, i maglioncini di cotone che, più spesso legati in via o attorcigliati al collo, accompagnavano una suite primaveril estiva e la giacca di renna. «Il maglione, oggi, non vende più – conferma la responsabile del punto vendita di piazza Politeama a Palermo -. Anche chi veste sportivo l’ha sostituito con la felpa. La maglieria deve avere fogge strane e dettagli femminili. Non è più iconica, inoltre, la giacca di renna che ha imperato nel decennio scorso ma che è rimasta in tanti armadi. È vero che un capo vintage miscelato con cose attuali può funzionare ma bisogna essere bravi. Il termine coprirsi è per chi non cura la moda e l'estetica, non ponendosi l'interrogativo: ”Come vi vedono gli altri?, ”Cosa voglio mostrare agli altri?”. Se lo fanno consapevolmente, forse, vivono felici. Quando è un atteggiamento inconsapevole rischiano di lasciare un'impressione sbagliata in un incontro di lavoro o romantico. Ci vuole una personalità fortissima per far sparire ciò che si ha addosso. Vestire in maniera aggiornata fa divertire, essere a tutti i costi alla moda però può far commettere scivoloni, a volte, ridicoli».

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