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Abbigliamento fatto a... pezzi: va forte la patchwork mania

Nata per favorire il riciclo, la tendenza è tra i must dell’inverno. E ora anche un sito web invita a cercare vecchi materiali per unire fantasie e stili diversi

PALERMO. Per la serie non si butta via niente, visto che il momento economico non è dei migliori, il web è tutto un proliferare delle idee più varie di scambio e di riciclo. Una delle più creative è apparsa nei giorni scorsi sul sito www.greenme.it e lancia una «caccia al tesoro» tra armadi, soffitte e cantine alla ricerca di vecchie cravatte di mariti, fidanzati, papà e nonni ed anche amici. Tutti possono essere alleati in un progetto che appare come una contaminazione tra moda e design che dà vita, con pochi strumenti, a rinnovati accessori per la persona, per la casa, fino ai giocattoli per i più piccoli, e alla cover del telefonino.
Il risultato è l'allegra unione di stili e fantasie che attraversano decenni di tendenze, basandosi sulla tecnica sartoriale del patchwork, letteralmente lavoro con le pezze. Nato proprio per il recupero di materiali, il patchwork, si fa risalire alle comunità Amish dell'800. È stato e continua ad essere largamente utilizzato, fin dall'età Vittoriana, per la realizzazione di trapunte. Nell'ambito degli oggetti per la casa è assurto ad opera d'arte nel 1911, quando l'artista ucraina, Sonia Delaunay, realizzò un copriletto in patchwork ispirato ai colori dei vestiti dei contadini russi. Nell'ultimo trentennio anche la moda si è cimentata in questo stile che ha esaltato le capacità artistiche dei suoi creatori fino a diventare un tipo di fantasia vero e proprio. È stato nobilitato da ideatori di moda come Roberto Cavalli, Just Cavalli, con abiti multimaterici, dal tartan al tweed fino ad arrivare alla pelle, di ispirazione animalier, brevettate negli anni '70, dai famosi accostamenti di fantasia di Missoni che rappresentano l'evoluzione dall'assemblaggio dei tessuti alla più semplice stampa in fantasia patch, riproposti anche nelle ultime passerelle. Negli ultimi tre anni il patchwork ha invaso la moda imponendosi sulle passerelle e conquistando più di qualche maison, tra cui Antonio Marras. Nell'autunno-inverno 2012 il patchwork viene ancora riproposto nelle fantasie dai disegni geometrici da stilisti come Matthew Williamson, Jill Stuart, Oscar de la Renta, Christopher Kane e Hermès, Miu Miu, Fendi, Ferragamo e Moschino. Bottega Veneta, propone la giacca, in tradizionale tessuto maschile, interrotta da inserti di colore diverso sulla manica, sul davanti e lungo la spalla. E ancora le camicie con assemblaggi di righe orizzontali e verticali di Marni e gli unici abiti di Vivienne Westwood, dove giacche e pantaloni sono una composizione di due scozzesi.
Ma per tornare ad una dimensione più casalinga e non spendere una fortuna per un capo ispirato all'arte povera del fai-da-te vanificandone la ratio, le soluzioni proposte dal sito che inneggia alla difesa dell'ambiente con ingegno, attraverso il riutilizzo di vecchie cravatte, sono varie.

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