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Innovazione e sostenibilità: le assicurazioni con famiglie e aziende verso il cambiamento “accessibile”

L’innovazione: un fenomeno «ineludibile e, soprattutto, una grandissima opportunità sulla quale è doveroso e necessario confrontarsi regolarmente». Nelle parole della presidente di Ania Maria Bianca Farina il senso più profondo dell’evento “Innovation by Ania”, tenutosi nei giorni scorsi a Roma, all’auditorium Parco della Musica, per fare il punto, a tre anni dalla prima edizione, sui rapidissimi cambiamenti determinati non solo da una fisiologica evoluzione, sociale e tecnologica, ma dal celere volgere delle condizioni globali, tra guerra pandemia e mutamenti climatici che rendono gli scenari estremamente mutevoli, denotando fronti di fragilità e bisogni non sempre correttamente espressi e tutelati. «Niente come lo scambio di esperienze -ha aggiunto la presidente - può aiutarci a crescere e trasformare la tecnologia in una leva a nostro favore, a favore della nostra industria e della società in genere, non contro di essa. Questi anni ci hanno dimostrato, ancora una volta, che l’innovazione non si ferma nonostante gli shock finanziari, sanitari, geopolitici.

L’innovazione “amica” del lavoro

«L’innovazione ha sostenuto le aziende, non solo le grandi, ma di qualsiasi dimensione nel trasformare il proprio modo di produrre, creando valore per i lavoratori e i clienti tanto quanto per gli azionisti e gli imprenditori. Paradossalmente anche il dramma della pandemia, un’esperienza che ci auguriamo di non dover mai più rivivere, ha portato con sé un elemento di progresso: milioni di imprese in Italia e in tutta Europa si sono dimostrate flessibili e rapidissime nello sviluppare nuove modalità di lavoro ibride e nuovi modelli di business. La trasformazione digitale, adottata a una velocità che poco prima ci sarebbe sembrata impensabile, ha letteralmente salvato milioni di imprese europee e decine di milioni di posti di lavoro. L’innovazione tecnologica non è necessariamente sinonimo di perdita di posti di lavoro: può, e deve essere il contrario, se tutti saremo in grado di comprendere appieno e governare questi processi di cambiamento a nostro vantaggio». «Ma facciamo attenzione. I tempi della transizione verso modelli basati sempre più sulle comunicazioni digitali e sull’intelligenza artificiale, o modelli basati, in un futuro sempre più prossimo, su piattaforme di condivisione e tracciamento dei dati, come la Blockchain o, dopodomani, sulla potenza esponenziale del Quantum Computing, sono più vicini. Durante la pandemia, gli investimenti massicci e la collaborazione fra scienziati, grandi imprese e governi hanno reso possibile lo sviluppo e la distribuzione di vaccini rivoluzionari e tutto questo in un decimo del tempo considerato necessario fino a meno di tre anni fa. La stessa accelerazione la stiamo vivendo oggi sulla transizione energetica, in cui gli sforzi si stanno concentrando sulla ricerca di fonti energetiche alternative ed efficienti».

No alla paura

«Dobbiamo semplicemente abbracciare queste innovazioni e accettare di dipendere da esse in maniera cieca ed acritica? Dobbiamo invece avere paura di loro, della loro velocità? Io credo che la risposta debba essere un forte “no”, no ad entrambi questi interrogativi, soprattutto non possiamo permetterci di avere paura dell’innovazione. La paura rischierebbe di farci perdere parte delle importanti implicazioni positive, strumenti e processi, che l’innovazione tecnologica continua a portarci, sia a livello economico che sociale. Di contro, dobbiamo gestire il cambiamento e non subirlo, ma allo stesso tempo dobbiamo aver cura di non lasciare nessuno indietro, avendo rispetto e comprensione per chi nella società preferisce o è costretto ad abbracciare il cambiamento ad un passo più lento».

Le grandi sfide

«L’innovazione accelera e continuerà ad accelerare ancora di più con l’acuirsi delle grandi sfide globali di questi anni. Ad esempio, l’Europa ha un forte bisogno delle tecnologie necessarie all’indipendenza energetica e all’energia pulita. La sfida energetica è stata acuita, nello scenario geopolitico, dalla guerra in Ucraina che ha inoltre accentuato la già critica situazione delle catene di approvvigionamento delle materie prime che, a loro volta, hanno fatto crescere l’inflazione molto oltre le aspettative. Le Banche Centrali, di fronte a tale situazione inflazionistica, hanno iniziato a metà anno a migrare verso una politica monetaria restrittiva, innalzando i tassi di interesse e cercando di evitare la recessione come conseguenza diretta delle misure messe in atto». «L’entità di questi problemi ha dimostrato che ci troviamo dinanzi a temi importanti che richiedono uno sforzo condiviso, cui il settore assicurativo sicuramente contribuisce e contribuirà».

I bisogni di cittadini e imprese

«In tale contesto, inoltre, continuano ad evolvere i bisogni di cittadini e imprese. I cittadini sono molto impattati dalla situazione macroeconomica e sempre più preoccupati di non riuscire a soddisfare alcuni bisogni primari, propri o della propria famiglia. Le imprese hanno l’esigenza primaria di garantire la continuità aziendale, agendo soprattutto sul controllo dei costi, primi fra tutti quelli energetici e di acquisto delle materie prime».

Assicurazioni al passo

«Anche a fronte di queste esigenze le assicurazioni stanno investendo per sviluppare nuove soluzioni e modelli di servizio che trovano nell’innovazione un ruolo sempre più decisivo per affrontare le sfide del presente. I modelli di Underwriting si sono evoluti e utilizzano le più avanzate tecniche di Data Analytics per avere una maggiore capacità di stima dei rischi. Le reti di vendita dispongono di soluzioni tecnologiche che le rendono sempre più efficaci. I clienti hanno da tempo la possibilità di utilizzare le soluzioni digitali per gestire, ad esempio, in modo puntuale e veloce il momento delicato del sinistro. I dipendenti possono beneficiare di nuove modalità di lavoro e di formazione più flessibili e digitali».

Soluzioni per la salute

«Le Compagnie hanno ampliato la loro offerta, facendo leva sulle nuove tecnologie, anche per coprire un numero crescente di bisogni relativi alla salute e al benessere. Lo fanno offrendo servizi strettamente legati alle cure, ma focalizzandosi anche su informazione, prevenzione e assistenza. Sempre più spesso queste soluzioni includono l’utilizzo di dispositivi innovativi (es. wearable) per il monitoraggio dei pazienti, la condivisione e lo storage di informazioni cliniche e lo sviluppo di piattaforme dedicate quali la Telemedicina».

Rischio climatico e mobilità

«Per quanto riguarda il rischio climatico, le Compagnie stanno investendo per prevenire danni e proteggere sempre meglio i cittadini e le imprese, abitazioni, fabbriche e uffici nei confronti dei rischi catastrofali. Si fa leva su soluzioni che sfruttano sensoristica e tecnologie satellitari per raccogliere dati e l’intelligenza artificiale per elaborarli e arrivare a prevedere e monitorare il rischio di eventi climatici estremi. Forte evoluzione ha avuto anche l’offerta in ambito mobilità dove il settore sta sviluppando ecosistemi per fornire sempre maggiori servizi. Anche le polizze di copertura RCA stanno evolvendo verso modelli più personalizzati basati sullo stile di guida del cliente ed in grado di stimolare comportamenti virtuosi».

I nuovi rischi

«A queste aree di innovazione se ne aggiungono altre sulle quali le Compagnie stanno investendo, come ad esempio, tutto il mondo dei nuovi rischi. Tra questi il rischio cyber dove si stanno sviluppando nuove soluzioni che supportino cittadini e imprese, dalla sensibilizzazione e prevenzione fino alla gestione di eventuali eventi dannosi. Molto ampio, quindi, lo spettro dell’innovazione assicurativa, gestita sia all’interno delle nostre imprese che mettendo in essere tutta una serie di iniziative che ci permettono di intercettare le migliori soluzioni già esistenti. Mi riferisco a percorsi di accelerazione e partnership con startup, investimenti diretti nelle stesse fino ad arrivare alla creazione di veri e propri fondi di venture capital, dedicati ad individuare e investire nelle realtà innovative a più alto potenziale».

Il settore assicurativo è, in definitiva, attore e protagonista esclusivo dell’Insurtech del Paese. Anche Ania sta continuando ad investire molto in innovazione. Continueremo in questo nostro percorso per rispondere, sempre meglio, alle esigenze di protezione di imprese e consumatori, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e supportando il nostro Paese nelle principali sfide che si troverà ad affrontare. Sono certa che l’innovazione potrà rappresentare un formidabile vantaggio competitivo del Paese».

Innovazione e sostenibilità: «Temi di massimo interesse, e ringrazio Ania per la determinazione con la quale affronta il tema della transizione ecologica, svolgendo un ruolo strategico nell’accompagnare il Paese verso il futuro».

Il ministro: ruolo strategico per le assicurazioni

A ribadire l’apprezzamento per l’iniziativa di Ania e lo sforzo globale del settore assicurativo nel governare il cambiamento è stato il ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che aveva già avuto modo di seguire il comparto da sottosegretario all’Economia del Governo Draghi, con delega proprio al settore assicurativo. «Avere un settore assicurativo forte anche negli investimenti - ha proseguito - significa avere una marcia in più nel percorso che ci porta ad essere una nazione più autonoma energeticamente, per affrontare sfide climatiche economiche»

«Nella Cop 27 - ha ricordato - si è discusso tanto di clima, ma tanto di finanza sostenibile, tema che di anno in anno è sempre più rilevante. Passa per le opzioni che si decidono sugli investimenti la possibilità di affrontare una trasformazione epocale. Se la finanza non farà scelte nette a favore di investimenti sulla sostenibilità, se le assicurazioni non copriranno eventi climatici estremi e tecnologie rinnovabili nessun obiettivo ambientale e climatico sarà raggiungibile. Non è un caso se le Cop riescono o falliscono sui temi economici, che misurano l’impegno dei vari Paesi». Il ministro ha poi ricordato la drammatica attualità delle emergenze ambientali in Italia, richiamando i disastri di Ischia e delle Marche. Solo gli ultimi episodi di una lunghissima serie di sciagure di carattere idrogeologico o sismico che denotato una estrema fragilità del territorio, a fronte della quale proprio il comparto assicurativo ha un fondamentale ruolo nell’orientare positivamente le politiche di tutela, anche in tema urbanistico, in sinergia tra pubblico e privato per raggiungere l’obiettivo comune della protezione di cittadini e imprese. L’esponente di Governo ha ammonito sul livello ancora basso di copertura assicurativa in molte aree ad alto rischio, aprendo ad una valutazione da parte del Governo su polizze obbligatorie contro le catastrofi naturali, anche con l’istituzione di un fondo apposito.

Una sfida politica, culturale, ambientale - nazionale ma non solo - da vincere grazie all’aumentata sensibilità e anche grazie alle risorse tecnologiche, generando opportunità di crescita, professionale e sociale.

Le aziende e la “democrazia assicurativa”

Aumenta la percezione del rischio e quindi il bisogno di protezione, con la parallela necessità di definire prodotti e formare competenze in grado di decodificare in maniera efficace le domande e fornire risposte adeguate. È il fronte dell’impegno per le compagnie assicuratrici, come emerso dal confronto tra manager - all’insegna della “democrazia assicurativa” - moderato dalla giornalista Annalisa Bruchi. Ad intervenire Giancarlo Fancel, country manager e ceo di Generali Italia, Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Italia, e Andrea Novelli, amministratore delegato di Poste Vita. Tra gli spunti di riflessione: la necessità di una consulenza specializzata e di un “unico prodotto modulare” da adeguare alle variabili esigenze del ciclo di vita, considerandone i bisogni come non indipendenti (Novelli); programmare azioni di “messa a terra” per qualunque modello di innovazione tecnologica, al fine di rendere il cambiamento “accessibile” (Campora); beneficiare della tecnologia (IoT e automazione) con un parallelo efficientamento organizzativo del sistema assicurativo (Fancel). Evidenziato, tra tutti gli ambiti, il valore strategico di quello sanitario, nel quale un’adeguata struttura protettiva giova non solo al benessere individuale e collettivo, ma anche al welfare pubblico, che può così liberare ingenti risorse.

Il metaverso e le sue prospettive - non necessariamente di “isolamento” - tra robotica e intelligenza artificiale, al centro dell’analisi di Alberto Mattiello, esperto di innovazione tecnologica e di business, che ha evidenziato come la significativa crescita degli investimenti tecnologici determini una evoluzione nella percezione della copertura: senza assicurazioni non c’è cambiamento, ha ammonito.

E proprio il metaverso è stato uno degli ambienti di svolgimento dell’evento promosso da Ania, evidenziandone le opportunità in termini di interazione e arricchimento con contenuti dedicati.

Una confortante “tendenza all’ottimismo”, come ha spiegato Cristiano Camponeschi, partner di Deloitte - Officine Innovazione, emerge dalla ricerca svolta in esclusiva per Innovation by Ania su un panel di consumatori ed imprese per valutarne l’approccio rispetto alle tematiche dell’innovazione. Da valutare attentamente le informazioni in merito alle aspettative troppo alte e alla bassa conoscenza di alcuni nuovi rischi, ad esempio legati alla cybersecutity. Quindi non solo Insurtech, ma “ascolto attivo” per cogliere le reali necessità e “accompagnare verso il cambiamento”.

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