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Di Giacinto: «I dirigenti non guadagnino più del presidente della Regione»

«Il tetto agli stipendi dei direttori generali della Regione e dei burocrati dell'Ars? Nessuno deve avere un compenso maggiore di quello del presidente della Regione, che guadagna 13.800 euro lordi al mese». Ecco la «cura dimagrante» per la pubblica amministrazione di Giovanni Di Giacinto, capogruppo del Megafono, che propone anche una legge per dire «stop ai doppi incarichi».

COSA PENSA DELLA PROPOSTA DI DAVIDE FARAONE, DEPUTATO NAZIONALE DEL PD, DI INTRODURRE UN LIMITE DI 150 MILA EURO L'ANNO AGLI STIPENDI DEI SUPERBUROCRATI DELLA REGIONE, CHE HANNO COMPENSI FRA I 160 E I 170 MILA EURO L'ANNO?

«In Sicilia nessuno dovrebbe avere uno stipendio maggiore di quello del presidente della Regione, che guadagna 13.800 euro lordi al mese, tra parte fissa (11.100 euro) e indennità di presidenza (2700 euro). Ragionamento che dovrebbe valere sia per gli stipendi dei dirigenti generali della Regione sia per i burocrati dell'Ars. Chi più del presidente si prende responsabilità e impegni? Dobbiamo fare una legge che imponga questo limite, perché è assurdo che ci siano persone che incassino di più».


COSA PENSA DEI PREMI DI RISULTATO CHE IN SICILIA SCATTANO QUASI AUTOMATICAMENTE?
«Il direttore generale non deve avere alcun salario accessorio. Va pagato appunto solo con uno stipendio che non deve superare quello del presidente della Regione. Non è neanche il caso di parlare di premi di risultato, assegnati in base al raggiungimento degli obiettivi. Non gli bastano i 150 mila euro l'anno? Inoltre, propongo di fare una norma che blocchi i doppi incarichi: è assurdo che i burocrati regionali occupino anche posti di rilievo in altri enti».


MA CI SONO UOMINI DELL'ENTOURAGE DI CROCETTA, PROMOTORE DEL MEGAFONO, CHE HANNO DOPPI INCARICHI. SOLO PER FARE QUALCHE ESEMPIO, È IL CASO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA REGIONE, PATRIZIA MONTEROSSO, CHE È ANCHE VICEPRESIDENTE DELL'IRFIS, O DI GAETANO MONTALBANO, DEL GABINETTO DEL PRESIDENTE, CHE FA PARTE DEL CONSIGLIO DI GESTIONE DELLA SEUS.
«Non si tratta di fare la caccia alle streghe di singoli politici o burocrati, ma è una questione pratica. Se alla Regione si ricoprono ruoli di rilievo non si può nello stesso tempo avere cariche nei consigli di amministrazione delle società partecipate. Non solo per un fatto etico, ma di tempo: come può un dirigente regionale o un deputato occuparsi del suo settore e contemporaneamente risolvere i problemi di un altro ente? Io sono uno dei pochi deputati a essere presente il lunedì mattina a Palazzo, sistematicamente quasi deserto a inizio settimana. Purtroppo, ancora non c'è una norma che limita il numero delle cariche cumulabili. Inoltre, liberando qualche poltrona, si potrebbe dare spazio a professionisti disoccupati. È un fatto normale in una regione che dovrebbe essere normale. Ci consola il fatto che non è un fenomeno solo siciliano, ma è esteso a livello nazionale, che deve essere regolamentato. Per quanto riguarda i Comuni e i sindaci, invece, va fatta una norma per eliminare il limite del doppio mandato. Se un primo cittadino ha lavorato bene perché non dargli la possibilità di continuare a farlo?».

NELLA TOP TEN DEL COMPARTO PUBBLICO CI SONO I BUROCRATI DEL PARLAMENTO SICILIANO, IL CUI TRATTAMENTO ECONOMICO NON È EQUIPARATO A QUELLO DEGLI ALTRI CONSIGLI REGIONALI MA A QUELLO DEL SENATO. PER LORO I TAGLI PREVISTI DAL DECRETO MONTI SONO RIMASTI SOLO SULLA CARTA.

«Il decreto Monti non parla di taglio degli stipendi dei burocrati dei consigli regionali. Ritengo, comunque, che questo aspetto vada affrontato dai vari gruppi».


A PROPOSITO DI ECCESSI, DA 3 ANNI PALAZZO DEI NORMANNI VERSA A CUFFARO IL VITALIZIO, CIRCA 6 MILA EURO LORDI AL MESE, PERCHÉ NON ESISTE ALCUNE NORMA, NAZIONALE O REGIONALE, CHE PREVEDA LO STOP ALLA PENSIONE PER EX DEPUTATI AGLI ARRESTI. COSA NE PENSA?
«La legge sulla spending review prevede la sospensione del vitalizio per i deputati condannati. Ma solo per i reati contro la pubblica amministrazione con pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici, non per altri reati, come il favoreggiamento alla mafia. Vuol dire che torneremo a Sala d'Ercole per estendere il divieto anche agli altri reati. Mi impegnerò in tal senso».


IN QUESTI GIORNI, LA CORTE DEI CONTI, PASSANDO AL SETACCIO IL RENDICONTO DEL MEGAFONO DEL 2013, HA RILEVATO CHE NON SAREBBE «REGOLARE» LA SPESA, 10.700 EURO, PER I BUONI PASTO DESTINATI A 3 DIPENDENTI. COSA RISPONDE?
«Non c'è alcuna anomalia. Per i tre dipendenti abbiamo disposto un rimborso forfettario di circa 3600 euro l'anno per i buoni pasto e le trasferte, che questi impiegati avrebbero potuto effettuare per conto del gruppo, nel caso di manifestazioni fuori Palermo. Poiché l'anno scorso il Megafono non ha organizzato alcun evento fuori città, questi soldi sono stati sottoposti a tassazione, con il risultato che il 60 per cento di quel budget è andato all'erario. In pratica, oltre a quanto dovuto nella busta paga, i tre dipendenti hanno incassato 1200 euro ciascuno. Non vedo dove sia l'eventuale irregolarità».


IL LEADER DI NCD, FRANCESCO CASCIO, SOSTIENE CHE LA MACCHINA AMMINISTRATIVA SICILIANA È ELEFANTIACA PERCHÉ SVOLGE COMPETENZE ALTROVE AFFIDATE ALLO STATO, COME LA MOTORIZZAZIONE CIVILE, LE SOVRINTENDENZE O I GENI CIVILI. LEI COSA NE PENSA?
«Il ragionamento di Cascio in parte è vero, ma non bisogna dimenticare che la Regione ha promosso in passato un'enorme quantità di dirigenti prima di ogni tornata elettorale. Il presidente Crocetta lavorerà affinchè la Sicilia si possa adeguare ai parametri delle altre Regioni».

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