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L’urtima e tiramu

C’è un gioco ca si chiama «sutta novanta». Davanti alla scuola alimentare (dove, come potete capire, ci andavo poco e niente), veniva uno col carrettino coi spincionelli. Costo lire 30 cadauno. Ma si poteva fare in un altro modo: uno accattava una quota di 10 lire e lui vendeva tre quote per ogni spincionello. Poi prendeva il sacchitello coi nummari della tommola e ogni ciocatore tirava tre numeri. Il primo che la somma faceva sotto novanta si azzampava lo spincionello. Ma se nessuno ci riusciva lo spincionello se lo teneva lo spincionaro che si ammuccava pure le 30 lire. Ora quando aveva venduto due quote e ce ne mancava una, gridava: l’urtima e tiramu per dire che venduta l’ultima quota i picciutteddi potevano cominciare a tirare tre numeri l’uno. Naturalmente io era sceccu e iucava ma, culo a parte, lo spincionello restava un desiderio e per questo forse mi venne una voglia a forma di spincione proprio sulla fella sinistra. Ma quelli che se ne sentivano scoprirono che tirare tre numeri da 1 a 90 in modo che assommandoli viene un numero più piccolo di novanta è vero difficile, quasi impossibile. Ora voi mi chiederete perché vi sto atturrando il comesichiama cu stu sutta novanta. Ve lo dico io: perché il tempo oggi è come lo spincionaro e grida: l’urtima e tiramo. Insomma è un modo sgherzoso per dirvi che abbiamo di fronte due giorni di malotempo di cuntariccillu al medico ma che forse sono gli ultimi due prima che arriva la primavera.
Come infatti vi devo dire che già sta tuppuliando alla porta dei nostri cuori l’anti ciclone delle Azzose. Ve lo potete immaginare: bermudino a fiori gialli e arancione e un bello tucano messo nel posto, voi mi capite, cammisa avaiana attipo piantaggione di banane, bandana attipo belluscone, occhiali da sole attipo Ray Ban (ca ferma i raggi a tutti i banni) e una bella valigia ca chù grossa è  chiossai iddu vole stare prima di tornarisinni nella Azzose.
Ma per un pronto accomodo il malotempo sta facendo un poco di sbarazzo prima di irisinni e così iecca acqua coi cati a rischio di fare danno assai. Dovete sapere infatti che agghiri a Messina, Catania, Ragusa e Siracusa domani ci sono tutte le scuole chiuse e i picciotti si stanno a casa. Come successe due simane fa. Niente niente qualche studente si insignò la danza della pioggia di Toro Seduto? C’è poco di babbiare. Già stasera si mente a chiovere e rinforza sempre di più. Pure qui a Palermo ma soprattutto a parte di Catania ca certo, una bella sgrasciata male non ce ne fa a sti catansei… Ma chi dici meteobilli? Così si ci dice ai cugini? No, no, sgherzavo. Fratelli catanisi, grapiti i paracqua e per  domani stativi rintra.
U scantu vero però è ca si nni scinninu i muntagni di Messina a Siracusa perché troppa acqua fa le frane e ddà purtroppamente ne sanno quarche cosa. Speriamo che non succede niente anche perché duminica a sira, verso le sette u malutempo finisci a tappo. Ma proprio a tappo. A che piove a che le nuvole scompariscino come se se le avrebbe portato u mago Forrest. Ma chi maniera è? Mancu u priu di vedere scampare a picca a picca. Ma chi? Tutto a un colpo. Ma il bello è che non è conto che è una cosa per caso. Ma quale. Il fattore è che lassopra si spiluppa una sciarra potente. Da un lato domani c’è un vento maligno di Greco e Levante che ciuscia assai, ‘nfino a 80 chilometri all’ora. Ma nel frattempo si infila la signora Tramontana ca ci dice: vastasunazzo! Ti pare questo il modo di ciusciare ca la gente si scanta che ti porti pure le case? Vedi dove te ne devi andare, pezzo di vastasunazzo che non sei altro. Certo la signora Tramontana ha la sua prosopopea mentre il Greco, insomma, lo sapete com’è… Oltretutto ormai dda caminano coi cavusi spreardati perché lo spred ci sta facendo i pirtusi quindi il vento Greco è un vento incazzato e incazzusu. Ma la Tramontana no. Sarà fredda ma queste cose non le fa. E a proposito di freddo vi vorrei ricordare che per tutta la settimana il tempo sarà buono ma magliettine non ve ne potete mentere. Per quello aspettaremo un’altra settimana e se Dio vuole per pasquetta armiamo una carbonella al villino che messa tutta insieme crea un vortice depressionario ca poi chiuvuni stigghiole.

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