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Il conto al ristorante e la ricevuta non fiscale

La brutta abitudine dei titolari dei locali per non pagare le tasse dovute. Senza legalità in Italia le cose continueranno ad andare male

Ho trascorso, con mia moglie, qualche giorno in Sicilia tra Palermo e Trapani e devo dire che, per lo più, è stata una vacanza piacevole. I posti sono meravigliosi e la gente ospitale, si mangia mediamente bene e i prezzi non sono esagerati. Tuttavia alcune cose non mi sono piaciute. La prima è l'abitudine di molti ristoratori, ma non solo, di presentare al cliente quando chiede il conto un ricevuta non fiscale. E' una furberia per non pagare le tasse dovute. Infatti ,da quello che ho potuto constatare io, la maggior parte dei clienti ( i turisti stranieri in particolare) ci cascano e lasciano il locale come se lì non avessero mai mangiato. A quelli che chiedono di pagare con la carta di credito gli viene spesso detto che i pos è momentaneamente fuori uso. In un ristorante molto frequentato di Palermo, solo per fare un esempio, alla nostra uscita verso le 14:30 la nostra ricevuta (richiesta e non portata autonomamente) era la numero 5 e , come in altri casi abbiamo potuto coinstatare dai tavoli vicini la furbesca prassi di consegnare una ricevuta non fiscale.
Purtroppo la stessa cosa ci è capitata in un piccolo teatro di Palermo. Prezzo 12 euro, spettatori circa 3035. Totale incasso della serata circa 350/400 euro. Qui nemmeno l'ombra di un biglietto e alla mia richiesta è partita la solita litania "e signore mio se ci mettessimo anche a fare i biglietti alla fine finiremmo per chiudere. Le spese sono troppe e andiamo avanti con grande fatica". Se devi rilasciare un biglietto lo rilasci, punto e basta. La legalità è legalità e, o lo capiamo o in questa Italia le cose continueranno ad andare male.
Gianfranco Pulina, Sassari

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