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Risparmi nella sanità, basteranno?

I risparmi nella sanità sono uno dei pochi risultati positivi ottenuti dalla presidenza Lombardo. I governi in questi due anni si sono avvicendati con ritmi che ricordavano molto da vicino quelli della Prima Repubblica. Il posto di Massimo Russo non è mai stato in discussione. Il tourbillon di assessori ha risparmiato la Sanità e il suo staff a conferma dell'efficienza del lavoro svolto. La conferenza stampa di ieri voleva celebrare il successo. La Sicilia, a differenza di altre Regioni, ha evitato il commissariamento. L'avanzo di gestione di 21 milioni è il suggello finanziario del traguardo. Il dato si riferisce al 2009. Le prime indiscrezioni dicono che il 2010 è andato ancora meglio tanto che il saldo positivo si dovrebbe avvicinare ai cento milioni. Come siciliani non possiamo che essere soddisfatti. Ma c'è da chiedersi: tutto questo basta? Non c'è stata forse troppa enfasi nella celebrazione? In verità le cifre esposte ieri più che della conclusione di un percorso, parlano al massimo di un successo di tappa. Le maggiorazioni Irpef e Irap sono state limate in misura infinitesimale.
E così in Sicilia si continuano a pagare più tasse che altrove. Eppure, come ricorda la Corte dei Conti la salute pubblica costa ai contribuenti siciliani la bellezza di un milione l'ora. Possibile mai che non si potesse fare di più sul piano dei risparmi per alleggerire il conto? Soprattutto appare indigesta la sovratassa sull'Irap. Colpisce direttamente il sistema produttivo. Rende le imprese siciliane meno competitive rispetto alla concorrenza. Aspettiamo con molta curiosità il giorno in cui ne sarà annunciata l'abolizione. Una limatura dello 0,15% appare veramente modesta. Null'altro che una testimonianza di buona volontà da parte dell'assessore. Contemporaneamente sono state annunciate quattromila assunzioni, per la maggior parte si tratta di stabilizzazione di precari. Un atto dovuto spiegano all'assessorato. Nessuno discute.
Resta il fatto che la sanità pubblica è di gran lunga la più importante «industria» dell'Isola. Sempre dai dati della Corte dei Conti risulta che i dipendenti del sistema sono 52.184, mentre le consulenze e gli incarichi ad esterni ammontano a 1065 e sono costati 13 milioni di euro. Ora ci saranno quattromila assunzioni. 2.500 subito e il resto a seguire. Che dire? Speriamo solo che la tempestività della sistemazione non sia frutto dei venti elettorali che in Sicilia spirano impetuosi. Per diradare i dubbi sarà assolutamente necessaria la massima trasparenza nei criteri di scelta. Sarà utile conoscere i compiti affidati ai nuovi assunti, le loro competenza e le mansioni. Non per sfiducia. Ovviamente. Solo per chiarezza.
A vantaggio della qualità del servizio. Soprattutto tenendo presenti le altre considerazioni della Corte dei Conti. Per esempio il fatto che non diminuiscono i «viaggi della speranza» dei siciliani che scelgono di curarsi altrove (Lombardia in testa). Per questi «pellegrinaggi della salute» sono stati spesi quasi 235 milioni nel 2009. A fronte c'è un incasso di 52 milioni dovuto ai non residenti che scelgono la Sicilia per curarsi. Uno sbilancio forte. Speriamo un giorno di partecipare ad una conferenza stampa con l'annuncio che il saldo è stato ribaltato. Sarà il vero successo della sanità siciliana.

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