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Bomba atomica, l’Iran può averla tra un anno

Come finirà con l'Iran nucleare? Ormai l'obiettivo della bomba atomica sembra più vicino. Gli esperti (e non solo quelli dell'Aiea) pronosticano che entro il 2011, cioè fra pochi mesi, l'Iran potrà considerarsi una potenza nucleare.
Anche il recente cambio della guardia al ministero degli Esteri di Teheran ( il falco e filonucleare Alì Akbar Salehi,al posto del più moderato Manouchehr Mottaki),voluto da Ahmadinejad, va in questa direzione. Il presidente iraniano del resto non risparmia gli attacchi a Israele e mostra di non preoccuparsi né delle sanzioni decise dalle Nazioni Unite,né delle minacce (per la verità sempre più flebili) di Obama. Sembra un grande gioco delle parti,in cui entra anche la Cina ,che sostiene gli Usa,ma senza mollare gli ayatollah di Teheran. E come sempre entrano in ballo gli affari.
La Cina è infatti il principale partner commerciale dell'Iran e, a sua volta, la repubblica islamica rappresenta il principale fornitore di petrolio della Cina (dopo l'Arabia Saudita e l'Angola). Non solo, ma le compagnie petrolifere di Pechino hanno firmato accordi commerciali miliardari.
Ecco perché la Cina farà di tutto per ostacolare le nuove e più dure sanzioni Onu che si stanno ipotizzando nei confronti di Teheran.Certo i governanti cinesi sono molto attenti ai numeri degli scambi commerciali. L'interscambio Iran-Cina nel 2009 è stato di circa 37 miliardi di dollari: una cifra colossale, ma che corrisponde appena a una settimana di scambi commerciali tra Pechino e l'Occidente. Forse è anche per queste ragioni ,che coinvolgono direttamente anche tutto l'Occidente, che non c'è da attendersi grandi novità nel 2011 per quanto riguarda l'Iran, anche se non mancano certo le incognite. Ad esempio,lo stesso Ahmadineyad potrebbe essere costretto alle dimissioni come conseguenza di una lotta di potere, sempre più dura, tra Alì Khamenei (sostenitore dell'attuale presidente,ma in pessime condizioni di salute,appoggiato dai pasdaran e dai militari) ,Alì Larijani,presidente del parlamento,Rafsanjani ,presidente del Consiglio degli esperti,oltre ai leader dell'Onda verde,fra cui il popolare Moussavì.
Se si dovesse aprire questa prospettiva si aprirebbero nuovi scenari perché entrerebbero in campo nuovi protagonisti ,sia gli oppositori interni che quelli esterni (il Consiglio della resistenza ,che ha sede a Parigi, presieduto dalla signora Mariam Rajavi).
Ora Obama e Hillary Clinton si trovano davanti a un bivio : non potendo adottare una soluzione militare per l'Iran e, visto che la strada delle sanzioni diventa sempre più difficile ( e comunque con scarse possibilità di incidenza), non resta che sostenere con maggiore decisione le opposizioni al regime degli ayatollah .Il primo passo è la cancellazione (come è stato fatto dall'Ue) dei mujaheddin del popolo dalla lista del terrorismo internazionale. Sarebbe questa una scelta,vista di buon occhio dalla Clinton, non ambigua,visto il fallimento della politica della mano tesa di Obama.

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