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Cimino: il Sud non sia la vittima principale della crisi

Gli avvenimenti degli ultimi mesi del 2010, grazie alle scelte ed alle forzature del governatore Lombardo, hanno sovvertito il quadro politico siciliano modificando del tutto quello che nel 2008 avevano scelto gli elettori. In questo scenario, il 30 novembre è nato «Forza del Sud», voluto da Gianfranco Miccichè e da tutti noi siciliani, per battersi contro chi da troppo tempo bistratta e si approfitta della nostra terra.
Da più parti mi è stato obiettato: «Che senso ha creare un partito che ha a cuore le sorti del Sud e poi stare nella stessa maggioranza con la Lega, la quale vede il Sud come la palla al piede del Nord e rema contro un possibile sviluppo del nostro territorio?» Beh, la risposta è semplice: «Forza del Sud» nasce proprio per difendere ed essere portatore di tutti quelli interessi territoriali meridionali e siciliani. E sicuramente è un progetto politico più ambizioso di quello leghista. Difatti, in un momento in cui si chiedono al Paese grandi sacrifici per la sua ripresa, non possiamo permettere che certe dinamiche politiche ed economiche scellerate lo spacchino sia politicamente che economicamente e nemmeno che per uscire dalla crisi a pagare sia soprattutto la gente del Sud.
Siamo anche convinti che, pur essendo stato, fino ad oggi, il Sud, ostaggio di un sistema politico-economico centrale e locale che ne ha limitato la crescita, la soluzione non è quella di piangersi addosso, ma quella di saper recuperare la parte migliore del nostro retroterra storico e culturale. Le potenzialità, l'ingegno, l'intelligenza la preparazione e la volontà alla gente del Sud di certo non manca.
Adesso è il momento di cambiare atteggiamento e di capire che dobbiamo lavorare per la nostra Terra. Noi riteniamo che la questione meridionale, frase utilizzata per la prima volta nel 1873 nel parlamento Italiano per favorire il Nord a discapito del Sud (che a quel tempo era più sviluppato), non può continuare ad essere, per la classe politica del Sud, il dito dietro cui nascondersi. Non può nemmeno essere per quella del Nord l'argomento che giustifichi la realizzazione di un eventuale selvaggio federalismo. Tra l'altro, con la globalizzazione, non esiste una questione meridionale ma una questione nazionale dalla quale o si esce tutti insieme o non se ne esce. Per quanto riguarda la Sicilia, voglio ricordare che abbiamo uno Statuto, nato prima della Costituzione italiana, che aspetta solo di essere messo in atto e che, con qualche modifica - non peggiorativa - nell'ambito della riforma federalista, ci permette di poter realmente operare per la nostra terra. E «Forza del Sud» si dirige proprio in questa direzione.
Al contempo, è interessante vedere come Luca Ricolfi, che non è mai stato un fan del meridione, accoglie con interesse la nascita di questo partito che se mantiene le promesse potrebbe essere la soluzione per la ripresa del sud. In quest'ottica «Forza del Sud» vuole essere, all'interno della maggioranza di centrodestra, un elemento di freno, affinché il governo nazionale non si faccia trascinare dalla Lega in avventure che, ancora una volta penalizzino il Sud, e, nello stesso tempo, di propulsione, per far sì che il federalismo, che è alla base dell'autonomia Regionale, sia una opportunità di sviluppo omogeneo dell'intero Paese e non di divisione di esso. «Forza del Sud» non è una operazione di geometria politica ma un partito che è formato da quella gente libera che crede in una Sicilia operosa, onesta e laboriosa e soprattutto che si batta affinché con le sue forze possa ritornare ad essere quella che era prima del saccheggio del Nord.
* Il deputato regionale di “Forza del Sud”

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