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I troppi sprechi della Regione

Ancora un giro di consulenti alla Regione. Ogni giorno ne spuntano di nuovi. Piccoli fiori di campo che spuntano dal nulla. Non si sa come (o forse si sa benissimo). Soprattutto non si sa perché. Due giorni fa ne erano venuti fuori sette i cui contratti, di pochi mesi, avevano un valore complessivo di settantacinquemila euro. Ieri ancora sei. Complessivamente una cinquantina i professionisti esterni che, dall'inizio dell'anno, hanno frequentato gli uffici della Regione. Anche in questo caso a fronte di retribuzioni modeste. Mance. Semplici mance che servono agli assessori per acquistare consenso o scambiare favori a spese della Regione. Non a caso gran parte di questi consulenti proviene dai collegi elettorali dei singoli assessori. Talvolta collocati dall'altra parte della Sicilia. Sarebbe interessante sapere quante volte i consulenti, per la durata del mandato, si recano in assessorato per svolgere la loro attività. Non lo sapremo mai.  Quanto siano artificiali gli incarichi lo conferma la loro stessa intestazione: uno dei professionisti è stato incaricato di occuparsi della programmazione europea. Un altro dei rapporti tra territorio e governo. Un altro ancora della stesura di un disegno di legge specifico. Mai possibile che fra ventimila dipendenti dell'amministrazione non ci sia qualcuno, appena uno, capace di scrivere un testo legislativo? Difficile crederlo. Veramente difficile. In questo senso la Sicilia è davvero l'ultima isola del socialismo reale esistente al mondo. Un luogo dove la storia si è fermata. Ancora più di Cuba che dopo la caduta dell'Unione Sovietica è stata costretta a tirare la cinghia perché non c'era più nessuno che acquistasse il suo zucchero a prezzi amatoriali. In Sicilia niente. Tutto come prima. Una macchina pubblica immutabile. Una classe politica schiava dei suoi privilegi. Come se la crisi economica non snocciolasse la sua triste litania. Come se la Banca d'Italia non avesse messo in allarme sull'espansione improduttiva della spesa pubblica nell'isola. Come se il federalismo fiscale non fosse alle porte. Questa marea montante sembra non sfiorare i palazzi del potere siciliano dove tutto continua come prima. Il valzer degli sprechi mentre la protesta sociale monta…. Finchè dura.

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