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La Sicilia e le energie rinnovabili, ottanta progetti fermi nei cassetti

Un parco eolico

Il presidente dimissionario della Cts, Aurelio Angelini, non ci sta a finire nell’occhio del ciclone con l’accusa di avere bloccato gli investimenti in Sicilia. «Quando la Corte dei Conti mi chiamerà», dice, «sarò ben contento di rispondere a tutte le loro domande. La Cts ha fatto più del dovuto in questi anni. Sono più che tranquillo» dice a proposito dell’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti sulle eventuali responsabilità di danno erariale dovute ai ritardi nelle autorizzazioni.

Una ottantina circa le procedure che in questi mesi di blocco sarebbero arrivate sui tavoli dei commissari ma che non sarebbero state lavorate. Ed anche a sentire i rappresentanti degli operatori privati del settore delle rinnovabili in Sicilia serpeggia una sorta di «scoramento» per una situazione che comunque è bloccata «già da prima della circolare emanata dall’assessore all’energia Roberto Di Mauro» che voleva accendere un faro sulle procedure autorizzative e sugli iter chiedendo di sospendere tutte quelle in corso.

Una direttiva che poi il presidente della regione, Renato Schifani, ha chiesto di revocare per non fermare completamente la macchina autorizzativa. I rappresentanti delle società hanno avuto modo di confrontarsi nei giorni scorsi nel corso di una manifestazione organizzata da Legambiente e per tutti è emersa la preoccupazione per la situazione che “è completamente ferma” a sentire alcuni di loro. A scorrere i progetti pubblicati sul portale delle valutazioni ambientali della Regione siciliana ci sono progetti che riguardano impianti fotovoltaici, impianti agrivoltaici e revamping (rinnovamento con migliori tecnologie) di impianti eolici, ma anche impianti di trattamento dei rifiuti. Ci sono investimenti di colossi dell’energia ma anche di operatori più piccoli ed investimenti nel settore del turismo e per la messa in sicurezza dei porti delle Isole, interventi delle utilities sparse per la Sicilia per migliorare acquedotti, centri di raccolta comunali o nuovi impianti. Tra questi anche la settima vasca di Bellolampo con i primi documenti presentati dalla Rap già nel 2019 ed adesso in fase di valutazione preliminare al dipartimento territorio e ambiente.

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