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In Sicilia turisti quasi raddoppiati quest'anno, ma spendono meno

Selinunte

Un flusso quasi raddoppiato rispetto al 2021, con una portata che si avvicina a quella registrata nel 2019, anno d’oro per tutta la filiera prima che il Covid oscurasse il sole tra lockdown e restrizioni, mentre aumentano le prenotazioni degli stranieri e i giorni di permanenza nelle strutture ricettive: è il quadro degli arrivi e delle presenze nell’Isola fra gennaio e luglio 2022, diffuso ieri dal dipartimento Turismo della Regione con dati che non lasciano spazio a dubbi sulla mole di lavoro assorbita dal settore alberghiero ed extralberghiero, «ma al netto di altri numeri, del rovescio della medaglia che pesa sul collo degli imprenditori, affossati da una duplice mazzata capace di vanificare gli incassi della stagione estiva».

Parola di Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia, che in queste ore, da quasi tutti i suoi colleghi del territorio, sente la stessa cantilena, lo stesso grido di dolore: «Non sanno se chiudere i battenti per l’autunno o andare avanti così, con due enormi zavorre ai piedi. La prima è legata all’inflazione e al calo generalizzato dei consumi, perché se è vero che i turisti ci sono, e con quote simili a quelle pre-pandemia, è altrettanto vero che spendono molto meno rispetto al 2019. Un esempio? Ci sono clienti, anche di hotel blasonati, che pur di risparmiare qualcosa sul viaggio evitano di mangiare nel ristorante dell’albergo o in altri locali, optando per panini consumati per strada o in stanza. E poi c’è l’altro ostacolo, ancor più alto: le bollette dell’elettricità, con rincari fino al 400% al confronto con il 2021, tanto che alcune aziende si sono viste recapitare fatturazioni di oltre 100mila euro per un solo mese, con un costo medio per camera pari a 20 euro al giorno. Prezzi assurdi, insostenibili, anche perché non possiamo rivalerci sui turisti aumentando il costo della loro permanenza. Va ricordato, infatti, che le prenotazioni o i contratti con i tour operator scattano di solito l’anno prima rispetto alla stagione in corso» - e per il 2022, prima della guerra in Ucraina e del rincaro dell’energia - «dunque le tariffe non possono essere ritoccate in corso d’opera».

Lo sa bene il presidente regionale di Confcommercio, Gianluca Manenti, che nel flusso di viaggiatori 2022 registra «un’assenza pesantissima, quella dei visitatoti russi, che mediamente pernottano e spendono tre volte tanto degli altri turisti. Per non parlare della riduzione generalizzata dei consumi, soprattutto tra i clienti italiani, ma anche fra gli stranieri, che per venire in Sicilia devono far fronte a biglietti aerei costosissimi – per andata e ritorno dalla Germania, solo per fare un esempio, ci vogliono quasi mille euro a persona – e a prezzi stellari per l’affitto dell’auto. Quanto al bilancio degli arrivi e delle presenze, è vero, questa estate c’è stato di nuovo il boom, ma aspetterei Capodanno per tracciare un quadro completo, perché già a settembre vedo un netto calo di prenotazioni, probabilmente a causa dell’inflazione e del caro-energia».

Tornando ai dati della Regione, su base annuale il dipartimento Turismo indica tra gennaio e luglio un rialzo dell’89% negli arrivi e del 93% nelle presenze, segnando rispettivamente, sotto le due voci, 2.759.398 e 7.839.476 unità, numeri molto simili a quelli del 2019. Rilevante anche l’aumento dei flussi turistici stranieri: +301% di arrivi e +285% di presenze rispetto allo scorso anno, mentre gli arrivi e le presenze degli italiani registrano quasi un +40%. Infine, ricordando che la crescita della durata dei soggiorni è uno degli obiettivi di SeeSicily, il programma di incentivi al turismo lanciato dalla Regione, nei primi sette mesi del 2022 il Dipartimento calcola una permanenza media di visitatori pari a 3,2 giorni contro i 3,1 del 2021 e i 2,8 del 2019.

 

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