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Autostrada Palermo-Catania, il calvario durerà altri quattro anni

Il sottosegretario Cancelleri ha dato delle indicazioni poco incoraggianti sul ritorno alla normalità

Il viadotto Ferrarelle

Per rendere chiaro il concetto, basterebbe tirare fuori una notizia che qualche tempo fa ha dato il Giornale di Sicilia: ci sono così tanti cantieri, interruzioni e deviazioni sulla Palermo-Catania che persino Google non ci ha più capito niente e si è confuso, sbagliando di fatto le indicazioni stradali sul Maps, di solito salvezza degli automobilisti.

Nell’applicazione che indica i percorsi di praticamente ogni strada del mondo, cercando il tratto tra Palermo e Catania segnalava una mappa completamente sbagliata e un tempo dilatato di percorrenza: 3 ore e 49 minuti, a volte addirittura 4 ore. La A19 infatti era, di fatto, tagliata a metà, secondo quanto riportato da Google Maps, con un’uscita obbligatoria allo svincolo di Resuttano (in direzione Catania), con un’avventurosa salita verso le Madonie, tra Blufi e Castellana, per poi rientrare in autostrada addirittura a Dittaino, circa 60 chilometri dopo. L’Anas, l’azienda che si occupa dell’A19, come scrive Luigi Ansaloni sul Giornale di Sicilia in edicola oggi, è stata costretta a scrivere al gigante di Internet per chiedere di modificare le indicazioni. L’Anas, l’azienda che si occupa dell’A19, è stata costretta a scrivere al gigante di Internet per chiedere di modificare le indicazioni.

Non solo, il sottosegretario Giancarlo Cancelliri ha dato delle indicazioni poco incoraggianti sul ritorno alla normalità: ci vorranno altri quattro anni. In effetti, fare tutti gli interventi previsti (sono più di 80) richiede tempo, e rimettere in piedi un’autostrada costruita nel 1970 non è facile.

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