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Siccità, nuovi fondi a Palermo ed Enna per riparare gli acquedotti colabrodo

I temi dell’emergenza siccità e degli acquedotti colabrodo sono già da tempo all’ordine del giorno del governo, che ha messo per ora sul tavolo 1,38 miliardi di risorse per ridurre le perdite di acqua nelle reti di distribuzione, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. I progetti, avviati in sinergia dal Mims e dal Ministero per il Sud, prevedono interventi a valere sul Pnrr per 900 milioni e sul programma React Eu per 482 milioni. Risorse che vanno ad aggiungersi agli altri stanziamenti del Pnrr e a quelli definiti con la Legge di Bilancio (400 milioni) e all’anticipazione del Fondi Sviluppo e Coesione 2021-2027 (442 milioni).
E’ bene poi ricordare che il governo ha messo in campo, ma a partire dai prossimi anni, circa 2,7 miliardi di euro per la riqualificazione e il rafforzamento delle infrastrutture idriche nazionali. Per accelerare sul cronoprogramma degli interventi, l’esecutivo ha disposto anche, nel 2021, la riforma per semplificare la normativa e rafforzare la governance per la realizzazione di investimenti nelle infrastrutture idriche, originariamente prevista dal Pnrr per il 2022. Anche la titolare delle Politiche per il Sud, Mara Carfagna, ha ribadito più volte la necessità di operare in modo prioritario sui temi dell’acqua, soprattutto nell’ambito del React-Eu, il primo programma di solidarietà e coesione varato sull’onda della pandemia, con il finanziamento di opere attese da anni sulle reti idriche delle principali città meridionali, comprese aree in assoluta emergenza come quelle di Enna, Palermo e Napoli, prevedendo entro il 2023, la messa in sicurezza di centinaia di chilometri di acquedotti-colabrodo. Proprio in ambito React Eu sono stati finanziati interventi in Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia: una prima tranche già disponibile è pari a 313 milioni, che sarà integrata a breve con ulteriori 169 milioni.
Sempre per il Sud, dove la vicenda degli acquedotti colabrodo è nota da tempo, Carfagna ha annunciato pochi giorni fa l’avvio di un Piano Acqua capace di aiutare l’intera filiera: dagli invasi agli acquedotti alle utenze finali. Il piano sarà gestito con un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) «sul quale - ha spiegato il ministro - abbiamo avuto già positivi riscontri dagli enti territoriali, con un investimento iniziale consistente, vale a dire 1 miliardo a valere sul ciclo 2021-2027 del Fondo di Sviluppo e Coesione», che potrebbe essere ulteriormente incrementato.

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