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Le «menti» del digitale tornano nell’Isola

Il ceo Pasquale Esposito Lavina

«Mollo tutto e torno al Sud». Cresce il numero di professionisti che erano emigrati in altre regioni o Paesi per motivi lavoro e che ora tornano nella loro Sicilia. E lo fanno per un motivo: il lavoro. Sì, il Covid, oltre ad avere devastato diversi settori, ha anche amplificato le possibilità offerte da un settore in particolare, il digitale. Tante le esperienze raccolte. E tra queste c’è quella portata avanti da una società, Im*media. Parliamo di una digital agency che opera da 26 anni e ha sede proprio nel cuore di Palermo. L’azienda dà oggi lavoro a quaranta professionisti ed esperti in campo digitale. Dopo il periodo difficile del lockdown aveva deciso di aprire le porte a nuove assunzioni. Era stata così avviata una campagna di recruitment, «Back to Sud», indirizzata ai tanti talenti che per i più disparati motivi avevano dovuto abbandonare il meridione. Obiettivo: attrarre south worker da tutta Italia per rafforzare l’organico.
«Abbiamo negli ultimi anni acquisito diversi professionisti che lavoravano al Nord - afferma Pasquale Esposito Lavina, co-fondatore della società -. Un’iniziativa che abbiamo deciso di portare avanti e che periodicamente rinnoviamo. Oggi, ad esempio, siamo di nuovo alla ricerca di personale».

In Sicilia si fanno i conti con un tessuto economico e imprenditoriale che non offre possibilità di crescita per i professionisti. «Siamo alla ricerca di figure che non sono facilissime da trovare sul nostro territorio – spiega il co-fondatore di Im*media -. Durante la nostra campagna abbiamo «acquisito» programmatori che lavoravano in altre grandi aziende o realtà istituzionali e che grazie alla nostra campagna hanno potuto fare rientro in Sicilia. Tanti coloro che hanno lasciato il Nord per rientrare nella propria terra. C’è un professionista che oggi da noi si occupa di risorse umane, che ha lavorato per anni ad Amsterdam”. E a proposito di professionalità difficili da trovare, sono diversi i profili ricercati: «Tra le figure – prosegue Pasquale Esposito Lavina - c’è quella del copywriter creativo. Da questo punto di vista non c’è moltissima scuola in Sicilia, ed è anche per questo che è una figura difficile da trovare. Altro profilo ricercato è quello dell’account. Di fatto è il consulente primo che s’interfaccia con il cliente. Trovare dei professionisti che siano formati nel mondo del digitale e che abbiamo una certa seniority in questo ambito è difficile. E poi tra le figure ricercate ci sono gli sviluppatori». Questi ultimi anni del Covid, in particolare, sono stati interessanti per le aziende siciliane.

«Il tema della distanza – spiega Pasquale Esposito Lavina - è stato di fatto annullato. Pensiamo ai continui viaggi, alla necessità di essere presenti, al non fare sentire la distanza al cliente come problematica quotidiana... per via del Covid, tutte queste dinamiche sono state annullate. Gli anni della pandemia sono stati utili per chi ha offerto servizi dalla Sicilia verso il resto d’Italia. E la Sicilia ha dimostrato di giocare un ruolo rilevante nel mondo della comunicazione. Anche se si resta fuori da determinati circuiti. Tuttavia nel caso in cui si riesca a creare una situazione che genera cultura del lavoro attuale contemporanea, si può assistere ad un effetto moltiplicativo sia per le aziende stesse che per chi si avvale di queste professionalità. Senza dubbio c’è un tema che riguarda l’aspetto geografico, un aspetto da cui non si può transigere. Ci sono dei problemi oggettivi legati alla vicinanza. Poi c’è anche un altro aspetto che è collegato al territorio siciliano: non c’è una cultura imprenditoriale diffusa». Uno dei temi al centro del dibattito è oggi il Metaverso. A cosa andremo incontro? «Ad un villaggio globale sempre più connesso e interconnesso. E le possibilità di vivere il digitale saranno sempre più evolute», conclude Pasquale Esposito Lavina, co-fondatore di Im*media.

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