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Cassa integrazione, massimali più alti e anzianità minima più bassa: ecco le novità dal 2022

Una protesta di operai in cassa integrazione in una foto d'archivio

Aumentano i massimali della cassa integrazione dal 2022 con l’aumento dei prezzi. Da gennaio chi è sospeso dal lavoro grazie all’ammortizzatore avrà l’80% della retribuzione fino a un massimale di 1.222,51 euro lordi al mese pari a 1.151,12 euro netti. L’aumento lordo rispetto all’anno scorso è di poco più di 22 euro al mese. È quanto emerge da una circolare dell’Inps, che ricorda come quest’anno scatti la soglia limite unica per cui ci saranno vantaggi rispetto all’anno scorso per coloro che rientravano nella soglia più bassa ora abolita.

Da quest’anno - si legge - per i trattamenti relativi a periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 1° gennaio 2022, è stabilito «il superamento dei previsti due massimali per fasce retributive attraverso l'introduzione di un unico massimale - il più alto - annualmente rivalutato secondo il suddetto indice Istat, che prescinde dalla retribuzione mensile di riferimento dei lavoratori».

Per il settore edile in caso di intemperie stagionali l'importo lordo massimo è 1.467,01 euro mentre il netto è 1.381,34 euro. Per il Fondo credito i massimali sono legati alla retribuzione del lavoratore e vanno dai 1208,83 euro per retribuzioni lorde inferiori a 2.225,74 euro a 1760,23 euro per retribuzioni superiori a 3.518,34 euro.

Il superamento dei due massimali è stato previsto dalla legge di Bilancio che con la riforma degli ammortizzatori sociali ha anche ridotto da 90 a 30 giorni l'anzianità minima di effettivo lavoro che i lavoratori devono possedere per poter beneficiare dell’integrazione. L’importo massimo lordo della Naspi, l’indennità di disoccupazione non può superare dal 2022 i 1.360,77 euro come quello della Discoll, la disoccupazione dei collaboratori. Con il tetto unico per la cassa integrazione scattato nel 2022 ci saranno vantaggi per i lavoratori che hanno retribuzioni tra i 1.200 e i 2.159 euro. È scomparso infatti il limite dell’assegno a 998 euro per le retribuzioni fino a 2.159 euro previsto fino all’anno scorso e si allineato il beneficio per tutti al tetto più alto, ora fissato a 1.222 euro lordi (era a 1.999 euro l’anno scorso). Il vantaggio può arrivare a 200 euro lordi al mese. In pratica un lavoratore con 1.600 euro di retribuzione prenderà 1.222 euro lordi a fronte dei 998 che avrebbe preso l’anno scorso avendo uno stipendio rientrante nella prima fascia di reddito Non cambia nulla per i lavoratori con stipendi bassi poiché l’80% di questo salario rientra anche nel limite dello scorso anno (un lavoratore con 1.100 euro in cassa a zero ore prenderà 880 euro come l’anno scorso) né per quelli con stipendi alti (una persona con 2.500 euro di retribuzione prenderà 1.222 euro, il limite massimo come l’anno scorso. avendo una retribuzione che cade nella fascia superiore ora uguale per tutti).

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