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Pensioni, da Quota 102 a Quota 104: cosa cambierà dall'anno prossimo

Il nodo pensioni è sempre più stringente. Cosa cambierà a partire dal 2022? Le ipotesi sul piatto si assottigliano, segno che l'accordo è possibile, anche se la strada è ancora lungo.

Il governo è chiamato a decidere cercando di trovare un'intesa sia all'interno della maggioranza che con i sindacati. L'obiettivo è anche individuare le misure migliori per tutelare le categorie più fragili.

Riforma pensioni, le tre quote

Il ministero dell'Economia sta lavorando a varie opzioni facendo simulazioni con le tre "quote", ovvero 102, 103 e 104. Da un lato si pensa all'uscita anticipata dal lavoro con Quota 102 nel 2022 e nel 2023 e poi il passaggio a Quota 104 nel 2024. Ma c'è anche chi sostiene sia preferibile un meccanismo più graduale, con Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023, Quota 104 nel 2024.

Ape social e opzione donna

Ma sul tavolo ci sono anche altri punti tra cui il rafforzamento, sotto la spinta del Pd, dell'Ape social per i lavori gravosi alle categorie individuate dalla commissione Damiano. I dubbi restano, ma si è in pieno confronto. Fino ad oggi sembra debba tramontare Opzione donna, lo strumento di flessibilità per le lavoratrici. Tuttavia c'è chi non esclude la sua permanenza visto che bisognerà trovare soluzione al fatto che le quote penalizzano le donne.

La proposta Tridico

I Dem al tempo stesso premono per abbandonare del tutto il sistema quote, accostandosi alla proposta Tridico di uscita a 63 anni di età col minimo contributivo calcolato secondo criteri attuariali, per poi arrivare alla pensione piena a 67 anni. La Lega però non è d'accordo e rilancia proponendo almeno per due anni quota 102, con uscita a 64 anni di età e 38 di contributi.

Contratto di espansione

In aggiunta alle "quote", si pensa a un mix di misure che potrebbero andare dall'estensione del contratto di espansione - che incentiva anche il ricambio generazionale - per le piccole aziende sotto i 100 dipendenti, a una maggiore flessibilità per alcune categorie, come i lavoratori precoci e gli operai. Su tutte queste misure però sono in corso simulazioni sui costi, dal momento che per il governo resta il vincolo di finanza pubblica.

Al centro del dibattito c'è soprattutto il contratto di espansione, che potrebbe essere ritoccato. Al momento possono avvalersene le aziende "in crisi" o che siano in fase di riorganizzazione. In cosa consiste? Azienda e sindacati stipulano un accordo per gli "scivoli", così da interrompere il rapporto di lavoro con il personale 5 anni prima rispetto all'età della pensione di anzianità (67 anni). Per farlo, però, è anche necessario che ai pensionamenti corrispondano assunzioni di giovani secondo un rapporto minimo di uno a tre, ovvero un giovane assunto ogni tre persone che vanno in pensione.

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