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Il governo di Roma rivede i conti: da trovare i fondi per l'indennità di quarantena

Una grossa fetta dei risparmi sugli aiuti Covid destinati al taglio delle bollette

In vista dei previsti rincari della luce e del gas, il governo accantona fondi per ridurre l'impatto su famiglie e imprese

Pil al 6% e deficit in deciso ribasso rispetto all’11,8% preventivato in primavera ma che ancora oscilla attorno al 10%: il governo lavora all’aggiornamento delle stime in vista del varo, probabilmente martedì 28 settembre, della Nota di aggiornamento al Def. Ma per definire il nuovo quadro macroeconomico, su cui si poggerà la prima manovra targata Draghi-Franco, andranno prima sistemate le ultime urgenze, come il ritorno dell’indennità di quarantena, che hanno bisogno di un rifinanziamento ancora in corso d’anno.

Misure che dovrebbero finire nel classico decreto fiscale collegato alla manovra che è in fase di preparazione: gli uffici sono al lavoro e si tenterà la corsa per portare l’intero pacchetto nel Consiglio dei ministri sui conti - cui dovrebbe seguire una conferenza stampa del premier e del ministro dell’Economia - che potrebbe essere l’occasione per affrontare anche la delega fiscale. Un passaggio politico, auspicato dai partiti, ancora non c'è stato e più di un osservatore sottolinea che la prossima è la settimana della volata per le elezioni amministrative.

Per il decreto legge poi ancora si stanno collezionando le norme da un lato, e facendo i calcoli delle risorse disponibili dall’altro. Già il decreto taglia-bollette, che vale in tutto 3,5 miliardi, si è accaparrato quasi 3 miliardi dei risparmi sugli aiuti Covid ma il conto esatto del tiraggio delle varie misure, come la Cig Covid o i contributi a fondo perduto alle imprese, è ancora in corso. Proprio sulla Cig, peraltro, si stanno concentrando le richieste delle piccole imprese sotto i 5 dipendenti che sono scoperte dagli ammortizzatori: a inizio ottobre chi l’ha utilizzata senza interruzioni terminerà le settimane a disposizione mentre la riforma, come ha confermato lo stesso Draghi, arriverà con la manovra e non sarà quindi operativa prima dell’anno nuovo. Alla voce nuove spese in corso d’anno si potrebbe aggiungere anche il rifinanziamento dei congedi al 50% per i genitori con i figli in dad - per cui erano stati stanziati circa 200 milioni da gennaio a giugno. Altro nodo da sciogliere in vista del decreto fiscale quello delle cartelle, legato a stretto giro alla riforma della riscossione.

Mentre l’Agenzia delle Entrate ha diffuso le regole per lo stralcio dei vecchi ruoli sotto i 5 mila euro, il viceministro all’Economia Laura Castelli è tornata a chiedere una «rottamazione quater e un nuovo saldo e stralcio», magari questa volta focalizzato sui cittadini che hanno carichi pendenti e sono tra quelli «maggiormente colpiti dalla crisi economica» innescata dalla pandemia. Sulle cartelle però manca ancora una sintesi: difficile che possa essere accolta la richiesta del Parlamento - votata da tutta la maggioranza tranne Leu - di sospendere ancora versamenti e notifiche, ma allo studio ci sarebbero alcuni correttivi per venire incontro ai contribuenti più in difficoltà. Si starebbe valutando, ad esempio, di riammettere ai piani di rateazione chi è decaduto durante l’emergenza perché non ha onorato le rate mentre per mediare sulle nuove notifiche un suggerimento potrebbe arrivare sempre dai parlamentari che dopo le amministrative (ora scatta la pausa elettorale per Camera e Senato) a inizio ottobre devono votare i pareri al documento del Mef sulla riscossione. L’idea sarebbe quella di proporre di far continuare senza nuove interruzioni l’attività di notifica ma dando più tempo ai contribuenti per pagare, attraverso uno spostamento in avanti della decorrenza del termine dei 60 giorni per effettuare i versamenti o per impugnare gli atti.

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