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Con pochi vaccinati in Sicilia anche la ripresa economica è a rischio

La campagna di vaccinazione non è solo una questione sanitaria, da questa dipende anche il futuro economico della Sicilia

L'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao

Il nome in codice è Scenario di rischio. Così alla Regione chiamano il quadro finanziario che si delineerebbe se il piano vaccinale fallisse, se le ordinanze con cui Musumeci sta quasi obbligando la popolazione ad accettare il siero non producessero l’attesa immunità di gregge.

Perché una cosa è certa - scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola -: la campagna di vaccinazione non è solo una questione sanitaria, da questa dipende anche il futuro economico della Sicilia.

Se tutto andrà bene, entro la fine del 2022 l’Isola avrà recuperato il crollo del Pil registrato nel 2020 (-8,4%). Ma, appunto, «andar bene» significa immunizzare la maggior parte della popolazione ed evitare misure di contenimento del contagio che si trasformino in vincoli alle attività economiche: dunque se andrà male, se ci fosse una nuova zona rossa o perfino un lockdown, non ci sarà la ripresa prevista e la Sicilia si muoverà lentamente vanificando la spinta che potrebbe dare il Recovery plan.

Tutto questo l’assessore all’Economia Gaetano Armao lo ha messo nero su bianco nel capitolo principale del Documento di economia e finanza appena approvato dalla giunta. Lo scenario di crescita tiene conto soprattutto dell’effetto della valanga di finanziamenti che arriveranno da Roma e Bruxelles: per la prima volta nel Def Armao li ha quanti- ficati, indicando la cifra monstre di 50 miliardi da qui ai prossimi 6 anni.

Ma questo presuppone che la campagna di vaccinazione decolli in autunno e ci porti alla rassicurante immunità di gregge, fissata oltre la soglia del 70% di immunizzati.

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