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L’economia siciliana verso la ripresa dopo la pandemia, per il Def regionale segnali positivi

Gaetano Armao e Nello Musumeci

L’economia siciliana verso la ripresa dopo la pandemia, ben oltre il rimbalzo tecnico. Investimenti e sostegni spingono la crescita. Tra gli obiettivi la definizione del negoziato finanziario con lo Stato. Su proposta del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e del vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao, la Giunta ha approvato il Documento di economia e finanza regionale 2022/24.

Dal Defr emerge che in Sicilia il valore del Pil programmatico regionale è previsto in crescita del 5,1 % nel 2021, registrando un aumento superiore al Pil nazionale che, nel Def si attesta a 4,5%. Tale dato, spiega Armao, è giustificato dal fatto che nell’economia regionale si manifesta un più accentuato effetto rimbalzo rispetto alla caduta dell’anno scorso, combinato con l’attivazione di rilevanti investimenti pubblici.

In Sicilia la crescita proseguirà anche nel 2022, con il +4,7% e nel 2023, con +3,3%, con un incremento del Pil nel triennio (2021-23) che supererà il 13%, segnando un recupero sui livelli pre-crisi di quasi il 5%. E nel 2024, conseguendo un +1,8%, il Prodotto interno lordo della Sicilia, dovrebbe superare la cifra mai raggiunta di 100 miliardi euro.

Il documento esamina l’impatto delle risorse del Pnrr e del Fondo complementare che dovrebbero essere destinate all’Isola per circa 20 miliardi. Vanno considerate ache le risorse riprogrammate dei Fondi sviluppo e coesione 2000-2020 con il Piano sviluppo e coesione, quelle del Programma di azione e coesione - Programma operativo complementare 2014-2020, quelle destinate al nuovo programma Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, gli ingenti finanziamenti assegnati dalla nuova programmazione europea 2021-27. Nel medio periodo (2021-2027) saranno quindi disponibili per la Sicilia circa 50 miliardi di euro di risorse extraregionali.

Il documento esamina poi le questioni del divario infrastrutturale della Sicilia. In termini di spesa per investimenti pro capite nella media dell’ultimo decennio l’entità è stata all’incirca pari a circa 780 euro per le regioni del Sud e insulari, mentre ha sfiorato i mille euro (940) per quelle del Centro-Nord. Mentre la Sicilia si attesta tra le prime Regioni d’Europa per infrastrutturazione digitale recuperando in poco tempo i ritardi (digital divide), il divario infrastrutturale raggiunge punte estreme nella viabilità ferroviaria e stradale, "attribuite - sottolinea la Regione - alla pressochè integrale competenza dello Stato".

Il Defr 22-24 si concentra anche sui profili finanziari evidenziando che il governo Musumeci ha, sin dal 2018, sottoposto al governo centrale la revisione delle nuove di attuazione in materia finanziaria (risalenti al 1965) aprendo un negoziato che dopo i "primi significativi risultati" si è fermato per le vicende della pandemia ed è da poco ripreso dopo gli incontri con il ministero dell’Economia. Negoziato "che va concluso, tenendo in opportuna considerazione anche la questione dei costi derivanti dalla condizione di insularità, in tempo per la prossima legge di bilancio dello Stato".

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