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Più fondi a sanità, cultura e alta velocità al Sud: tutte le misure del Recovery Plan

Via libera al Recovery Plan dal Consiglio dei ministri che ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano, che sarà inviato alla Camera dei deputati e al Senato per acquisirne le valutazioni, è costituito da 172 pagine, che descrivono i programmi di spesa con cui il governo chiederà alla commissione europea l'attuazione dei fondi del progetto  Next generation Eu, ossia i 209 miliardi di euro destinati all’Italia tra prestiti e trasferimenti nel periodo 2021-2026.

Sostanzialmente, al piano iniziale dei 196 miliardi del Recovery fund, si sono aggiunti anche una parte di risorse del Fcs (Fondo coesione sviluppo) e i 13 miliardi del React Eu per l’emergenza Covid, portando il budget a un totale di 223 miliardi.

Il Piano si articola in sei missioni, che rappresentano "aree tematiche" strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Più risorse alla "Salute", che da 9 miliardi diventano 20,7, di cui 7,9 destinati all’assistenza di prossimità e alla telemedicina e 12,8 all’innovazione, ricerca e digitalizzazione. Aumentano i fondi anche per il capitolo "Digitalizzazione, Innovazione, competitività e cultura": 46,2 miliardi, di cui 8 miliardi vanno a Cultura e Turismo. Ancora, ci sono 5 miliardi in più per le ferrovie del Mezzogiorno per l’alta velocità. Oltre 30 miliardi sono destinati alla Famiglia.

Più fondi alle politiche per i giovani e la ricerca. Oltre 28 miliardi previsti per "Istruzione e ricerca" e 6 per il diritto allo studio. Circa 27,6 miliardi (con un aumento di 10 miliardi) per il capitolo "Inclusione e coesione", di cui 12,6 sono per le "Politiche per il lavoro".

L'azione di rilancio del Paese delineata dal Piano, si legge in una nota di Palazzo Chigi, è guidata da "obiettivi di policy e interventi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale".

Il Piano consente di affrontare, in modo radicale, "le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato". Inoltre, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si mira al "rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in modo trasversale".

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