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Scuole paritarie, trovati 150 milioni per infanzia e primaria: inseriti nel decreto Rilancio

Il governo si impegna a garantire alle scuole paritarie, già da anni in difficoltà e ora in una crisi che rischia di divenire irreversibile, un aiuto del Dl rilancio che arriva, nella versione definitiva fino a 150 milioni. Per le materne erano già stati previsti, nel dl 'Rilancio, 80 milioni, mentre per le scuole «il ministro Gualtieri dopo la mia richiesta insistente, ha garantito atri 40 milioni», aveva fatto sapere oggi il ministro per la Famiglia Elena Bonetti.

Nel testo finale, la cifra risulta superiore, arrivando a 150 milioni, 65 dei quali saranno destinati al ristoro delle mancate rette per chi fa servizi di asilo nido o per l’infanzia e 70 milioni per le scuole primarie e secondarie per le mancate rette di studenti fino a 16 anni. Le scuole cattoliche colgono la volontà da parte della politica di tenere in piedi «un dialogo» ma quella cifra non basta a garantire che gli istituti possano davvero riaprire i battenti a settembre.

Intanto al ministero dell’Istruzione è stato sottoscritto l'accordo con l’Associazione nazionale presidi e le associazioni sindacali per lo svolgimento in sicurezza dell’esame di maturità. Al protocollo sarà allegato un Documento tecnico scientifico per gli esami di Stato formulato il 15 maggio 2020 dal Comitato Tecnico Scientifico insediato presso il Dipartimento della Protezione civile. «Lavoreremo in stretto raccordo con gli Uffici scolastici regionali e con i Sindacati. Faremo sistema nell’interesse della scuola e degli studenti», afferma la ministra Lucia Azzolina, annunciando che il ministero attiverà dal 28 maggio un servizio di help desk con un numero verde. Un tavolo nazionale, con la partecipazione dei rappresentanti dei sindacati, verificherà che gli esami si svolgano in osservanza delle misure di sicurezza previste.

Tornando al nodo paritarie, «cogliamo un segnale di sblocco e di apertura» ma i 120 milioni di euro che erano stati annunciati "non sono la risoluzione del problema», secondo padre Luigi Gaetani, presidente del Cism, la conferenza dei Superiori Maggiori, che rappresenta le congregazioni religiose che gestiscono le scuole cattoliche. Il religioso ricorda che i 900mila alunni delle paritarie costerebbero, in caso di loro chiusura, 2,5 miliardi di euro allo Stato. In ballo ci sono anche 180mila posti di lavoro, tra insegnanti e altro personale. Prima ancora dei problemi economici «queste scuole soffrono la faziosità con cui sono guardate. A minarne la sopravvivenza è, infatti, una sorta di discriminazione culturale, che impedisce di riconoscere loro piena cittadinanza. Ne porta traccia un vocabolario che ancora le considera 'private', scuole di classe, diplomifici per asini d’oro», sottolinea il portavoce e sottosegretario Cei, don Ivan Maffeis. La politica resta sulla questione paritarie divisa: se dalla maggioranza si sottolinea che il fondo nel dl 'Rilanciò è «un passo in avanti», la Lega parla invece di «elemosina». Dal Pd Ubaldo Pagano, membro della Commissione Bilancio della Camera, dice: «La decisione sui fondi per le scuole paritarie, primarie e secondarie, ci solleva molto. Fortunatamente il Governo ha deciso di aggiustare il tiro e correggere quello che sarebbe stato un grave errore».

Dello stesso parere i parlamentari di Italia Viva Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini: «Nell’ultima bozza del dl Rilancio ci sono i 40 milioni per le scuole paritarie, chiesti da tempo da Italia Viva. Ci pare un buon punto di partenza». Per la Lega invece «il Governo umilia le scuole paritarie, le 900mila famiglie che vi mandano i propri figli e i 180mila lavoratori che vi prestano servizio». Fratelli d’Italia bolla l’annuncio di nuovi fondi come «chiacchiere», il dl Rilancio a tutt'oggi è una chimera». Il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani rileva infine che «la politica del governo rischia di far chiudere il 30% delle scuole paritarie. Noi ci siamo sempre battuti a favore della libertà di insegnamento». ANSA

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