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Coronavirus, firmata l'ordinanza sugli aiuti alimentari: in Sicilia arrivano 43,4 milioni

O buoni spesa o pacchi di cibo che verrebbero consegnati dai volontari. Sono due i modi con cui i Comuni potranno utilizzare i 400 milioni dell'ordinanza per la "solidarietà alimentare". E' stata firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli l'ordinanza che stanzia i fondi. Il testo finale conferma che il contributo per ciascun comune non possa essere inferiore a 600 euro. L'80% del totale, 320 milioni, viene ripartito tra le amministrazioni in base alla popolazione, mentre il 20%, 80 milioni, viene distribuito in base alla differenza tra il reddito pro capite e il reddito medio nazionale.

Una misura per dare un sostegno agli italiani più in difficoltà e che per colpa dell'emergenza coronavirus non riescono più a fare la spesa, o perché rimasti senza stipendio o perchè lavoravano in nero. Fondi che però, secondo i sindaci, sono insufficienti a contrastare l'aumento della povertà. Leoluca Orlando ha parlato di risorse che basterebbero appena per due settimane e ha chiesto al governo di far presto a erogarli per consentire al Comune di Palermo di provvedere subito alle necessità: già 4.500 famiglie hanno chiesto aiuto all'amministrazione.

I buoni spesa consentirebbero l'acquisto di generi alimentari in una serie di esercizi commerciali contenuti in un elenco pubblicato da ogni amministrazione. Sul valore è ancora in corso tra i tecnici dell'Anci la definizione dei criteri che dovranno poi definire sia l'importo sia la quantità assegnabile ad ogni nucleo familiare. A distribuire i pacchi spesa, come ha detto Borrelli, saranno invece i volontari appartenenti al terzo settore. Ai beni distribuiti dallo Stato si aggiungeranno poi le eventuali donazioni dei privati: singoli cittadini, produttori o distributori alimentari.

LA SUDDIVISIONE DELLE RISORSE. A Lombardia, Campania e Sicilia la quota più consistente di risorse. Per quanto riguarda i capoluoghi, 15 milioni andranno a Roma, 7,6 a Napoli, 7,2 a Milano, 5,1 milioni a Palermo, 4,6 a Torino, 3 milioni a Genova. Fino ai micro-stanziamenti da 600 euro a testa per una quarantina di piccolissimi Comuni. Così vengono ripartiti i fondi.

Per gli altri principali comuni siciliani sono stati stanziati: due milioni e 559 mila euro per Catania, un milione e 707 mila euro per Messina. A seguire:  Siracusa (901.655 euro), Marsala (749.206 euro), Gela (675.615 euro), Vittoria (647.352 euro), Trapani (547.508 euro), Ragusa (538.631 euro), Bagheria (530.553), Misterbianco (501.364 euro), Mazara del Vallo (487.708), Paternò (477.070 euro),  Caltanissetta (472.337 euro),  Modica (462.310 euro), Agrigento (444.627 euro), Acireale (440.976 euro), Enna (189.881 euro).

Alla capitale, che è città più popolosa d'Italia, va la quota più grande. Ma l'ordinanza riequilibra i fondi anche in base al reddito medio dei residenti e non dimentica i centri con poche decine di abitanti, stabilendo che in mancanza di risorse i 600 euro a loro destinati - la cifra minima stanziata - vengano sottratti alle grandi città.
Su base regionale è la Lombardia a ricevere la quota maggiore di risorse, 55 milioni; alla Campania vanno 50 milioni; alla Sicilia 43,4 milioni; al Lazio 36; alla Puglia 33; al Veneto 27,4; all'Emilia Romagna 24,2; al Piemonte 24; alla Toscana 21; alla Calabria 17; alla Sardegna 12; alle Marche 9,3; alla Liguria 8,7. Per il bilanciamento tra reddito pro capite e numero di abitanti, la Campania e la Sicilia ricevono risorse superiori al Lazio, pur avendo un numero inferiore di abitanti (5,9 milioni il Lazio, 5,8 milioni la Campania, 5 milioni la Sicilia).

Tra i capoluoghi, Bari potrà distribuire 1,9 milioni, Firenze 2 milioni, Reggio Calabria 1,3 milioni, Venezia 1,3 mln, Catanzaro 622mila euro, Caserta 445mila euro, Foggia 1,1 mln, Lecce 566mila euro, Piacenza 548mila euro, Nuoro 230mila euro, Cagliari 814mila euro, Pesaro 503mila euro, Potenza 398mila, Matera 394mila, Isernia 148mila, Campobasso 303mila. A Bergamo, città duramente colpita dall'epidemia, andranno 642mila euro. Il Comune di Vo', primo focolaio dell'epidemia, potrà aiutare chi è in difficoltà con 42mila euro, Codogno con 169mila euro, Alzano Lombardo, città che aveva chiesto di essere inclusa nella zona rossa, avrà 72mila euro. A Fondi e Nerola, le cittadine più colpite nel Lazio, 357mila e 13mila euro ciascuna.
A Dinami, in provincia di Vibo Valentia, che in base alla dichiarazione dei redditi del 2017 è il paese più povero d'Italia, vanno 20.400 euro. Al Comune più piccolo d'Italia con i suoi 33 abitanti, Morterone, in provincia di Lecco, 600 euro.
A Zerba (Piacenza), paesino che in base ai dati Istat è popolato da persone anziane, vanno 600 euro. A Castel Volturno, in Campania, 276mila euro.
Scorrendo tra le mete turistiche più ricercate, emerge che Cortina potrà distribuire buoni spesa e generi alimentari per 30,600 euro, Capri per 37,800 euro

A CHI SPETTANO GLI AIUTI. A individuare la platea dei beneficiari saranno i servizi sociali di ogni singolo Comune, che dovranno selezionare tra "i nuclei familiari più esposti agli effetti economici" e tra quelli "in stato di bisogno", per soddisfare "le necessità più urgenti".

Ma l'ordinanza prevede che prioritariamente debbano essere aiutare quelle famiglie che non percepiscono già "un sostegno pubblico": dunque prima chi non riceve già il reddito di cittadinanza o altri aiuti come il reddito d'inclusione. Lo conferma il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. "I buoni spesi non riguarderanno i beneficiari del reddito di cittadinanza, dobbiamo rivolgerci a persone indigenti, cosa che verrà gestita direttamente dai Comuni". Il contributo minimo spettante ad ogni Comune, secondo quanto indica l'ordinanza, "non può risultare inferiore a 600 euro". Una quota che, se necessario, verrà decurtata da quella spettante alle amministrazioni con popolazione superiore ai 100mila abitanti.

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