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Mascherine made in Sicily contro l'emergenza coronavirus: si allarga la lista di chi le produce

Mascherina prodotta a Giarre

Da Catania e Trapani, la Sicilia cerca di fronteggiare l'emergenza Coronavirus producendo autonomamente le mascherine. L'ultima, in ordine di tempo, a comunicare il cambiamento del proprio asset produttivo è la storica ditta Trovato di Giarre, attiva dal 1960 nella produzione di materassi e tappezzeria. Adesso, ha deciso di fabbricare e regalare mascherine in tessuto, lavabili, per sopperire alle carenze sul mercato dei dispositivi di protezione. L’avvio della produzione ha già consentito di realizzare ben 2000 mascherine, donate prima di tutto agli anziani e ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e degli istituti bancari, che non possono usufruire dello smart working.

E il distretto della Meccatronica ha messo a disposizione le competenze di dieci diverse aziende tra il catanese, l'ennese e il palermitano per la produzione di mascherine e dispositivi di protezione e anche a Trapani ci sono aziende che le producono. Il distretto della Meccatronica aspetta, però, il via libera da parte della Protezione civile per fare partire la produzione dei prodotti ed è pronta a mettere in campo: igienizzanti per le mani in 2 massimo 3 giorni con uno stock di 230 mila flaconi da 80 ml grazie anche all'alcool messo a disposizione dalla distilleria Bertolino; mille mascherine filtranti in cotone Tnt al giorno per arrivare a diecimila al giorno in 48 ore e 600 maschere protettive in 3D a settimana per arrivare a 1.500 pezzi a settimana.

E anche a Trapani, ecco un'altra riconversione. La Farico, azienda che da 40 anni realizza tessuti per lavoro e lavora per un distributore Veneto, produce mascherine da sala operatoria con tessuti particolari come il ttr, un tessuto a barriera e riutilizzabili che crea uno strato contro le gocce o le componenti a rischio in sala operatoria.

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