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Coronavirus, calano le vendite di vino: "Chiesta sanificazione del prodotto"

Al crollo delle vendite del vino, specie nei paesi asiatici, per via degli effetti del Coronavirus un imprenditore trevigiano si trova ora a dover lottare contro la richiesta di clienti esteri che il prodotto (vino, grappa, liquori) sia accompagnato da una certificazione di salubrità e 'sanificazione'.

«Le misure che mi chiedono sono inappropriate, ingiustificate e insensate» osserva Sandro Bottega di Godega S.Urbano (Treviso) che vende in 160 paesi con un fatturato dell’azienda rappresentato per l’85 dall’export. In due giorni ha registrato un crollo dell’85% delle spedizioni: «gli autotrasportatori rinviano di settimane i carichi. C'è un panico generale di tutti gli operatori italiani ed esteri perchè ho sede in Veneto: stop agli appuntamenti e gli incontri in meetingroom, non stringono le mani, ti parlano a debita distanza. Adesso questa assurda richiesta che viene da paesi anche europei che hanno standard nettamente inferiori al nostro. Dovrebbero loro fare la certificazione dei loro prodotti prima di portarli nel nostro paese che, con la Svizzera, è il più sicuro al mondo. Gli organi competenti - auspica - devono comunicare in maniera adeguata a tutto il mondo la salubrità dell’Italia, primis in Veneto, e non la sua contaminazione».

L'azienda non ha fermato la propria attività sebbene ci sia un calo delle attività commerciali; non ha avuto disdette di ordini, anche se nei paesi asiatici c'è stato un crollo del 70% delle vendite. Su 165 dipendenti solo tre lavorano in smartworking a casa perchè provenienti da paesi a rischio. «Le precauzioni per l’emergenza in azienda sono tutte seguite come da protocollo, specie quelle relative alla disinfestazione. E poi - ironizza - l’alcol è il miglior disinfettante e per fortuna ne abbiamo tanto». ANSA

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