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Le pensioni oggi: 10 possibilità di uscita dal lavoro, restano Quota 100 e opzione donna

Pensioni, novità nella manovra 2020

L'ultima novità in tema di pensioni, oltre alla conferma di Quota 100, è la proroga di un anno, fino a fine dicembre 2020, dell'Ape sociale. Lo prevede la bozza della manovra, che allunga l'opzione donna anche alle lavoratrici che raggiungono i requisiti entro il 29 febbraio 2020.

In attesa che la manovra 2020 sia approvata, oggi per uscire dal lavoro ci sono dieci possibilità.

1. Innanzitutto Quota 100. Una misura che il governo ha ribadito non sarà toccata dall'attuale manovra e resterà in vigore fino al 2021. Attualmente Quota 100 (62 anni di età + 38 anni di contributi) prevede per i privati finestre trimestrali mobili di uscita, vale a dire che tra il momento in cui si raggiunge quota 100 e il momento in cui viene effettivamente pagata la pensione passano tre mesi. Per i dipendenti pubblici la finestra è di sei mesi, contenendo anche un preavviso di tre mesi. Per i beneficiari c'è il divieto di cumulo, significa che non possono cumulare la pensione con redditi di lavoro fino ai 67 anni di età: il tetto è di 5 mila euro l’anno per i redditi di lavoro occasionale.

2. Nella manovra c’è anche la proroga di “opzione donna” almeno per un altro anno: con 58 anni di età e 35 di contributi le lavoratrici possono avere una pensione ricalcolata con il solo criterio contributivo e decorrenza posticipata di 12 mesi (18 per le autonome).

3. C'è poi l'Ape sociale, anche questa misura prorogata fino alla fine del 2020. Si tratta del prestito-ponte finanziato dallo Stato per permette di ottenere la pensione ai lavoratori che rientrano in particolari categorie ai quali mancano solo 3 anni al raggiungimento dei requisiti. Sono 4 le categorie ammesse: disoccupati che hanno concluso l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi con 30 anni di contributi; lavoratori che assistono familiari conviventi di 1° grado con disabilità grave da almeno 6 mesi con 30 anni di contributi; lavoratori con invalidità superiore o uguale al 74% con 30 anni di contributi; lavoratori dipendenti che svolgono un lavoro ritenuto pesante (e lo hanno svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7) con 36 anni di contributi. Resta l'incertezza sulla versione volontaria dell'Ape, che è in scadenza alla fine dell'anno e sulla quale ancora non ci sono notizie ufficiali.

4. Per i circa 6mila lavoratori potenziali beneficiari ogni anno della pensione anticipata per lavoro usurante i requisiti nel 2019 e fino al 2026 sono: quota 97,6 con almeno 61 anni 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Sono lavoratori che hanno svolto una o più delle attività usuranti tratte da un apposito elenco per un tempo pari ad almeno la metà della vita lavorativa o sette anni negli ultimi dieci.

5. La pensione per i lavoratori precoci, prestazione economica erogata, a domanda, a chi può far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età, si trova in determinate condizioni indicate dalla legge e perfeziona, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione. L’assegno è calcolato con il sistema misto o retributivo ed è erogato dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Tra i requisiti c'è lo svolgimento di attività particolarmente faticose o essere invalidi civili almeno al 74% o disoccupati che abbiano esaurito la Naspi.

6. Per i lavoratori impiegati in mansioni gravose i requisiti sono: 66 anni e 7 mesi di età, oppure 41 anni e dieci mesi per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Da quest'anno non scatta la speranza di vita. Le domande vanno presentate telematicamente all’Inps, compilando un apposito modello.

7. In vigore anche l'Isopensione, pensione anticipata fino a 4 anni per chi non ha raggiunto i requisiti della Legge Fornero. In sostanza, i lavoratori del settore privato dipendenti di aziende con un organico superiore a 15 persone possono aderire ad uno scivolo pensionistico, pagato interamente dall'azienda in attesa della maturazione della pensione. Dal momento in cui smette di lavorare fino alla pensione, percepisce un importo mensile pagato dall’ex datore di lavoro. La possibilità di anticipare 7 anni rispetto alla vecchiaia è prevista fino al 2020, dopo si potranno anticipare 4 anni.

8. Pensione anticipata. I requisiti nel 2020 restano quelli del 2019 (e del 2018): gli uomini possono ritirarsi con 42 anni e dieci mesi di contributi, le donne con un anno in meno, ossia 41 anni e dieci mesi. Non conta l’età anagrafica, ma solo i contributi versati o accreditati. Obbligatorio però avere almeno 35 anni effettivamente versati, senza contare quelli figurativi.

9. Tra le possibilità resta anche il cumulo gratuito di contributi previdenziali versati in più gestioni, che riguarda circa 50mila lavoratori l’anno che hanno la possibilità di andare prima in pensione e a costo zero. Si tratta di quel meccanismo grazie al quale è possibile aggregare quanto versato al lavoratore in casse previdenziali differenti, perché ha avuto un percorso lavorativo discontinuo. Il lavoratore percepisce un’unica pensione liquidata secondo le regole di calcolo di ciascun fondo e in base alle rispettive retribuzioni di riferimento. Vi possono accedere tutti i lavoratori iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria, gli iscritti alla gestione separata Inps o a forme sostitutive (ex Inpdap, ex Enpals, …) e gli iscritti alle casse professionali che aderiscono all’accordo.

10. Alla pensione di vecchiaia, infine, dal primo gennaio scorso si ha diritto con 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi. La vecchiaia è una prestazione economica erogata, a domanda, in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (Ago) ed alle forme esclusive, sostitutive, esonerative ed integrative della medesima, nonché alla Gestione separata. La pensione di vecchiaia scatta dal primo giorno del mese successivo a quello in cui l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile, oppure, nel caso in cui a tale data non risultino soddisfatti i requisiti di anzianità assicurativa e contributiva, la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono raggiunti tali requisiti.

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