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Rallenta l'economia della Sicilia, la disoccupazione giovanile sfiora il 42%

L’economia siciliana nel 2018 ha registrato un rallentamento, in un quadro nazionale ed europeo di indebolimento della fase ciclica che ha caratterizzato soprattutto la seconda parte dell’anno. Lo rileva il rapporto annuale sul 2018 «L'economia della Sicilia».

I principali indicatori dell’attività produttiva sono peggiorati. In particolare, la crescita del valore aggiunto è risultata nel complesso modesta, sostenuta soprattutto dal settore industriale che, però, ha registrato un indebolimento rispetto al 2017. Un contributo positivo è derivato dalle esportazioni di merci (+15,3%), cresciute in tutti i maggiori comparti di specializzazione regionale. Si è esaurita la fase espansiva del settore dei servizi, mentre nell’edilizia è proseguita la riduzione dell’attività, nonostante l’aumento dei bandi pubblici negli ultimi anni, che tuttavia si traducono in nuovi lavori con un certo ritardo temporale.

L’economia siciliana continua a caratterizzarsi per un divario di produttività molto ampio nel confronto con la media nazionale, comune a tutti i settori. Negli ultimi anni le condizioni economiche e finanziarie delle imprese in Sicilia sono comunque migliorate; l’incremento della redditività ha contribuito alla crescita della capacità di autofinanziamento e alla riduzione della leva finanziaria, alimentando le disponibilità liquide.

L’occupazione regionale è rimasta sostanzialmente stabile, pari al 40,7% (-0,3%, a fronte dell’aumento nel Mezzogiorno e nel Paese che hanno registrato un +0,8%), risentendo del rallentamento dell’attività produttiva e in particolare dell’indebolimento della congiuntura nel settore dei servizi. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 21,5%, il doppio rispetto alla media nazionale, pari al 10,6%. Peggiora il quadro soprattutto per i giovani, per i quali è cresciuta anche la quota di neet: il tasso di disoccupazione giovanile è, infatti, al 41,8%, il più alto tra tutte le regioni e distante 17 punti dalla media nazionale.
Le assunzioni nette per i lavoratori dipendenti del settore privato si sono portate su un livello leggermente inferiore a quello dell’anno precedente e quelle con contratto a tempo indeterminato sono tornate positive. Nel 2018 il tasso di occupazione è risultato il più basso tra le regioni italiane; per i non occupati la probabilità di trovare un impiego a distanza di un anno ha continuato a essere inferiore alla media italiana.
La crescita del reddito disponibile e dei consumi delle famiglie è proseguita ma rimane modesta. Le famiglie siciliane continuano a caratterizzarsi per una disuguaglianza dei redditi da lavoro superiore rispetto alla media nazionale, sulla quale incidono soprattutto i bassi livelli occupazionali

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