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Bufera sulle super offerte dei prodotti alimentari: nel mirino il "divieto del sottocosto"

Donna fa la spesa in un grande supermercato

E’ bufera sulle super offerte dei prodotti alimentari presenti in tutte le catene dei supermercati, che sempre più spesso orientano le scelte del consumatore. Tante le formule promozionali che oggi riguardano oltre il 30% della merce negli scaffali. Si va dal "sottocosto, dove il prezzo al pubblico risulta inferiore rispetto a quello di acquisto, al 3x2, dove "prendi due e paghi uno", al "prodotto civetta" del marchio offerto a un prezzo stracciato per far venir voglia di comprare anche tutt'altro.

Un mondo complesso sul quale sta intervenendo la legislazione, a colpi di decreti, proposte di legge e direttive. Con un doppio obiettivo: contrastare quello che ci può essere dietro i prezzi "stracciati" di alcuni prodotti, ossia illegalità, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente, e dare il giusto valore ad ogni parte della filiera, partendo da chi produce.

E mentre i consumatori inseguono il prezzo più basso, i produttori e la grande distribuzione si dividono.  Nel mirino del legislatore, ad esempio, c'è il divieto del sottocosto, pratica spesso legata alle aste al doppio ribasso; si tratta di assegnare il contratto di fornitura all’azienda che offre il prezzo inferiore dopo due gare. Secondo Federdistribuzione, Ancc Coop e Ancd Conad, vietare il sottocosto sui prodotti alimentari freschi e deperibili favorisce lo spreco e penalizza i consumatori ma anche i produttori. Occorre avere la possibilità di smaltirli in tempi brevi, anche vendendoli a meno del prezzo di acquisto; due le alternative: o si butt ano o si acquista meno riducendo gli ordini a discapito degli agricoltori.

L’appello è per una sorta di flessibilità "intelligente", mentre è condanna piena per le aste al doppio ribasso, pratica che Coop, tiene a puntualizzare, non ha mai utilizzato. «Ci battiamo contro gli sprechi alimentari ma non possiamo più tollerare che le nostre pere romagnole o le nostre mele del Trentino vengano vendute a prezzi "stracciati" dalla grande distribuzione a spese dei soli produttori», fa sapere Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo e relatore della Direttiva Ue che mette al bando 16 pratiche sleali nella catena
alimentare.

Una lista che non comprende le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso, che De Castro si augura possano essere
inserite in fase di recepimento della Direttiva. Forte la reazione del mondo agricolo. Per Coldiretti, vendere sottocosto è una forma di abuso, di dipendenza economica a danno delle imprese fornitrici che, nell’alternativa «prendere o lasciare», si trovano costrette a consegnare prodotti ad un prezzo più basso rispetto ai costi di produzione. L’Alleanza delle Cooperative condanna «l'utilizzo di aste al ribasso da parte di alcune catene distributive, causa di concorrenza sleale che finisce per danneggiare tutte le imprese produttrici, imponendo un ribasso in tutto il mercato».

Secondo la Cia, infine, «i rapporti commerciali non possono essere regolati per decreto, ma solo costruendo un progetto condiviso tra tutte le parti che oggi manca». (ANSA)

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