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Edilizia in Sicilia, persi 100 mila posti di lavoro in 6 anni: domani lo sciopero a Roma

"In Sicilia sono andati persi 100 mila posti di lavoro in sei anni”: è l'allarme lanciato dai sindacati degli edili, che parteciperanno allo sciopero nazionale proclamato per domani, venerdì 15 marzo, a Roma.

L’edilizia rappresenta uno dei motori portanti del Pil, eppure viene considerata la Cenerentola del Paese. In tutta Italia bisognerebbe  rilanciare il comparto delle costruzioni. Secondo i dati diffusi dal sindacato Filca Cisl,  per ogni euro investito in edilizia si mette in moto una ricaduta pari al triplo dell’investimento, in virtù della capacità peculiare del settore di generare subito un indotto attivo.

I numeri della crisi dicono che in Sicilia  sono andati persi quasi 100 mila posti di lavoro negli ultimi sei anni e fra il 2009 e il 2019 gli investimenti sono crollati del 50%.

Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil scenderanno in piazza il prossimo 15 marzo a Roma per sollecitare il governo nazionale ad affrontare il tema delle costruzioni in Italia con azioni e piani concreti.

Per i sindacati va attuato un cambio di passo, a partire dallo sblocco dei cantieri delle infrastrutture ancora fermi e dalle numerose opere pubbliche bloccate. Questi primi interventi vanno nella direzione di aumentare i posti di lavoro per migliaia di persone, modernizzando e facendo crescere il collegamento fra le varie aree del Paese in una migliore connessione con l’Europa.

“Senza l’edilizia si ferma l’Italia -  afferma Paolo D’Anca segretario generale della Filca Cisl Sicilia che mette in evidenza la necessità di fare presto, soprattutto in zone disagiate sul piano infrastrutturale come l’isola, a oggi regina delle incompiute sul territorio nazionale.

“Siamo al fianco dei lavoratori edili - dichiara Sebastiano Cappuccio, segretario generale Cisl Sicilia - in questa manifestazione che non vuole essere contro il governo ma a favore di una politica economica che ponga le costruzioni al centro dell’agenda politica sia a livello centrale sia a livello regionale”. La Cisl promuoverà in Sicilia una serie di iniziative per accendere i riflettori sull’emergenza infrastrutture nell’isola.

Anche i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil parlano di “Numeri drammatici e assenza di politiche per un rilancio vero del settore edile sono le ragioni che hanno spinto i sindacati alla protesta nazionale. Siamo al fianco dei lavoratori. In Sicilia la situazione è ancora più tragica, sono oltre 70 mila i disoccupati e si contano 100 mila posti in meno negli ultimi sei anni”. Lo dichiara Francesco De Martino, segretario generale della Feneal Uil Sicilia, che aggiunge: “Burocrazia farraginosa e assenza di lavoro rappresentano i fattori scatenanti della crisi. Serve una riforma nazionale del Codice degli appalti che combatta però il mancato rispetto dei contratti e il lavoro nero - continua De Martino - Troppe aziende che vincono gli appalti non si assumono la responsabilità di svolgere direttamente le attività e di portarle a termine garantendo i lavoratori. Creano, invece, una condizione ingestibile con l’affidamento a terzi, procedure fallimentari, licenziamenti e opere incomplete. A peggiorare la situazione il vertiginoso calo degli investimenti pubblici, la mancanza di un piano strategico per la messa in sicurezza del territorio, l’assenza di un programma manutentivo del sistema viario, dei ponti e dei viadotti. Tutto ciò rende il nostro Paese meno competitivo. Domani al Governo nazionale diremo “Basta con i proclami, è il momento di agire”.

 

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