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La manovra "in deficit" spaventa i mercati: bruciati 22 miliardi, spread tocca quota 280

La manovra da 40 miliardi messa in  cantiere dal governo gialloverde, quasi tutta in deficit,  spaventa i mercati, con lo spread che fa un balzo di oltre 30 punti e tocca i 280 punti e la Borsa che registra "profondo rosso", con un tonfo che in un solo giorno "brucia" 22 miliardi  di capitalizzazione.

Un esito atteso davanti al quale   l'esecutivo ostenta sicurezza perché la manovra porterà più   crescita e una volta che saranno svelati «i dettagli»,   garantisce il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, «lo spread sarà coerente con i fondamentali della nostra economia».  A Roma non fa paura nemmeno una eventuale bocciatura della   Commissione europea, che si riserva di esprimersi quando avrà   sul tavolo la bozza della legge di Bilancio ma che già ha   sottolineato, attraverso i guardiani dei conti Ue, Valdis   Dombrovskis e Pierre Moscovici, che l’Italia così non rispetta   le regole.

Più severo il primo, più dialogante il secondo, che   spiega come non ci sia interesse ad aprire una crisi con   l'Italia che però sta facendo scelte che rischiano di   "impoverire i cittadini». Anche in casa nostra le risposte hanno   accenti diversi: Matteo Salvini, spavaldo, dice che «i mercati   se ne faranno una ragione» e che se la Ue boccerà la manovra "tiriamo avanti» lo stesso, mentre Luigi Di Maio, che a sua   volta si dice «non preoccupato da spread e mercati», getta acqua   sul fuoco spiegando che nessuno vuole andare allo scontro con Bruxelles e che il debito calerà, grazie alla crescita.

Per la legge di Bilancio vera e propria, comunque, c'è ancora quasi un mese di tempo, mentre a 24 ore dal Consiglio dei   ministri che ha approvato la nota di aggiornamento al Def il   ministro dell’Economia Giovanni Tria non ha ancora espresso   alcun commento e l’unico dato noto è il deficit, che il governo   ha deciso di fissare per i prossimi 3 anni al 2,4% del Pil.

Ancora non si sa che effetti avrà questa scelta né sul debito, che rischia di non scendere se non marginalmente e sfruttando   magari qualche 'truccò contabile come sostiene l’ex commissario  alla spending review Carlo Cottarelli, né tantomeno sul Pil. La   manovra «sarà seria, meditata e coraggiosa» si limita a dire il   premier confidando che «sia la ricetta giusta per la crescita e   lo sviluppo sociale».

Un obiettivo ragionevole, si lascia   sfuggire uno dei vice del ministro dell’Economia, Massimo   Garavaglia è che si possa arrivare anche all’1,5%, se avrà   successo la scommessa di smontare la legge Fornero per   favorire il ricambio generazionale e di introdurre il reddito di   cittadinanza migliorando le condizioni per trovare lavoro.

Se Confindustria e sindacati guardano con cautela al Def   auspicando che ora non si sbaglino le misure della manovra, la   prima reazione dei mercati mostra però che gli investitori sono   poco convinti che una politica così espansiva (27 miliardi di   deficit) ma con questo mix di interventi possa rappresentare una   garanzia di tenuta dei conti pubblici italiani. Nel venerdì nero   di Piazza Affari a soffrire è tutto il listino con il Ftse Mib   che lascia sul terreno il 3,72% a 20.711 punti. E a finire sotto   tiro sono in particolare i bancari con perdite da capogiro comprese tra il 9,43% di Banco Bpm e il 6,73% di Unicredit. Ma   il conto dei timori di maggiori spese e debito lo pagano anche   le aziende di Stato, con Poste tra le più bersagliate (-4,28% che la riavvicina ai valori della quotazione).    Lo spread tra il Btp e il Bund chiude in rialzo a 267 punti   base da 235 punti, col tasso sul decennale che torna, dopo   alcuni mesi, sopra il 3% al 3,13%. Un livello che, se si   manterrà tale, costerà alle casse dello Stato un esborso già   calcolato da diversi istituti in 3-4 miliardi, e che dovrebbe   essere a sua volta quantificato nell’aggiornamento del Def.

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