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Fitch conferma il rating dell'Italia ma avverte: "Governo instabile e riforme a rischio"

L'agenzia di rating Fitch

NEW YORK. Fitch conferma il rating dell'Italia, ma avverte: ci sono ''elevati rischi politici legati alle recenti elezioni''. Il risultato del voto del 4 marzo ha infatti reso - afferma l'agenzia - ''difficile la formazione di un governo stabile, aumentando le possibilita' di un allentamento di bilancio e di un ulteriore indebolimento delle prospettive sul fronte delle riforme strutturali''.

Nel confermare la valutazione 'BBB' con outlook stabile, Fitch constata come l'''elevato grado di frammentazione politica limiterà probabilmente la capacità del prossimo governo di rispettare le promesse elettorali''. Le trattative per una coalizione ''saranno difficili e probabilmente prolungate, e non è chiaro'' come le piattaforme dei diversi schieramenti ''possano convergere, rendendo la composizione del prossimo governo incerta''.

Fra i fattori chiave da tenere in considerazione - aggiunge l'agenzia di rating - c'è il Movimento 5 Stelle e la sua disponibilità al compromesso, ma anche se il Partito Democratico sarà disponibile a formare un governo con il centro destra o con il partito di Luigi di Maio. Al di la della politica, Fitch nota come sul fronte dei conti pubblici l'Italia stia beneficiando di una ripresa superiore alle attese, con il pil salito dell'1,5% nel 2017 dopo il +0,9% del 2016: per quest'anno Fitch stima una crescita dell'1,5%, mentre per il 2019 dell'1,2%.

Gli ''investimenti e i consumi privati, saliti del 3,7% e dell'1,3% nel 2017, dovrebbero restare'' i motori della crescita, anche se per tutti e due ''ci sono rischi al ribasso legati all'incertezza politica''.

Il debito pubblico è atteso calare ''solo'' gradualmente, e nel 2019 si attesterà al 128,8%. Il settore bancario ''è migliorato di recente ma restano delle debolezze'' aggiunge Fitch, notando come nonostante il calo i non performing loan restano elevati. Anche la redditività è una ''relativa debolezza per il sistema bancario italiano, con l'impatto negativo dei bassi tassi di interesse e la modesta crescita del credito compensati solo in parte dalle commissioni e dalla riduzione dei costi''.

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