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Regione, nuove assunzioni e aumenti: stop dalla commissione di Musumeci

Nello Musumeci

PALERMO. Cautela nelle nuove assunzioni di personale e aumenti salariali alla Regione. Un avvertimento che arriva direttamente dalla commissione di esperti incaricata dal governatore, Nello Musumeci (che ieri ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulla situazione economica) e composta da Angelo Cuva, Carlo Amenta, Corrado Vergara, Riccardo Compagno, Giovanni Maniscalco, Caterina Ventimiglia, Giovanni Immordino e Antonino Sciacchitano

"È opportuno - si legge nella relazione della commissione tecnica - da parte del governo procedere a monitorare e riprendere le iniziative già in atto sulla riduzione del costo del personale considerando però che eventuali risparmi possono essere parzialmente vanificati dalla competenza sulla spesa previdenziale dello stesso ente. La spesa previdenziale va analizzata per comprendere quali siano i rischi di spesa non ancora manifesti nei conti. Tali considerazioni impongono pertanto grande cautela nel considerare la possibilità di ulteriori incrementi di unità di personale e aumenti retributivi, anche in conseguenza di processi di riorganizzazione degli enti partecipati".

Per gli esperti eventuali posti messi a concorso "possono trovare spazio solo a valle della considerazione congiunta di spesa per lavoro dipendente e spesa previdenziale che richiede analisi approfondite da effettuare in tempi più lunghi".

Sul fronte sanitario, la commissione ritiene che "la spesa va ridotta proseguendo nelle iniziative già in corso, potenziando i meccanismi già individuati e ipotizzando nuove e più efficaci soluzioni". "Si tratta di una spesa che ha un impatto notevole sul complesso delle uscite e i recuperi in efficienza possono tradursi in significativi risparmi", sostiene la commissione tecnica.

Esperti anche a caccia di altre soluzioni. Come quella di provare a ridurre il debito dismettendo il patrimonio immobiliare che fa capo alla Regione.

Secondo gli uomini della commissione "va iniziato immediatamente il lavoro di verifica degli accantonamenti già impegnati al fine di verificarne l'adeguatezza, sulla base anche delle indicazioni già ricevute dalla Corte dei Conti e dell'intercorso confronto, e di intraprendere un processo di analisi che dia la possibilità di restituire un quadro veritiero e corretto della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Regione".

Perché "va infatti evidenziato come la Regione siciliana presenti già, al 31 dicembre del 2016, un patrimonio netto negativo di 7,6 miliardi di euro e le descritte operazioni di verifica sugli accantonamenti potrebbero ulteriormente ampliare tale valore consegnando un quadro molto critico dell'intero equilibrio patrimoniale".

"In tal senso va anche evidenziato - scrivono - come la definizione del lavoro di individuazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, da accelerare con la massima urgenza, potrebbe portare all'emersione di plusvalori da considerare positivamente nel quadro di giudizio sulla situazione dell'ente".

Anche sul fronte delle società, la commissione sostiene che "va iniziato un processo di riorganizzazione del perimetro delle partecipate con una analisi attenta delle possibilità di recupero di efficienza, con conseguente eventuale liquidazione delle società e degli enti ormai non in condizione di proseguire l'attività".

"Grande attenzione deve essere posta nella individuazione delle soluzioni relative alla liquidazione degli enti in quanto non pare esserci spazio per l'assorbimento di funzioni senza una riduzione delle spese per i lavoratori dipendenti delle società - si legge nel documento - Una verifica sulle partecipazioni appare necessaria anche per la eventuale possibile dismissione finalizzata alla riduzione del debito con miglioramento degli oneri finanziari".

E "va esercitato un controllo e un coordinamento più stringente sulla spesa degli enti che ricevono trasferimenti dalla regione e va iniziato un lavoro di analisi del meccanismo di trasferimento e delle possibilità di monitoraggio".

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