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Coldiretti: "Dal prelievo del legname potenziali 35mila posti di lavoro"

Sono 35.000 i nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere dall'aumento del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono una superficie record di 10,9 milioni di ettari, praticamente raddoppiata rispetto all'Unità d'Italia

TRENTO.  Sono 35.000 i nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere dall'aumento del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono una superficie record di 10,9 milioni di ettari, praticamente raddoppiata rispetto all'Unità d'Italia quando era pari ad appena 5,6 milioni di ettari. Emerge dal Dossier Coldiretti, presentato alla mobilitazione di migliaia di agricoltori e boscaioli scesi in piazza a Trento «per salvare la foresta italiana». Sotto accusa il mancato riconoscimento culturale, sociale ed economico di chi vive e lavora a difesa del paesaggio e dell'ambiente, nell'interesse dell'intera collettività che ha provocato - sottolinea la Coldiretti - una inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti con una densità che la rende del tutto impenetrabile, con rischi per l'ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica.

«Ogni anno in Italia si utilizza - continua la Coldiretti - solo il 30% della nuova superficie boschiva il che significa che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 30 mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa e in Paesi come l'Austria si supera il 90%».

«Il risultato - spiega la Coldiretti - è che si importa dall'estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l'industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di 3,7 miliardi nel 2015 e un incremento del 6% nel primo trimestre del 2016. Tra l'altro - precisa la Coldiretti - l'Italia è il principale importatore mondiale di legna da ardere per un quantitativo di 3,4 miliardi di chili nel 2015 con una tendenza all'aumento del 5% nel primo trimestre del 2016. L'industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legna che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato. Il dato più eclatante è che, mentre ben l'81,3% della superficie forestale nazionale è potenzialmente utilizzabile, la produzione italiana di legname da opera è pari a 2,5 milioni di metri cubi e copre appena il 5% del consumo di legno valutato intorno a 40-45 milioni di metri cubi.

«Gestire il bosco o meglio coltivare il bosco significa lavorare per la valorizzazione complessiva di un territorio, ma questo non è possibile senza convenienza economica» ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che »ci sono tutte le condizioni per trasformare i rischi in grandi opportunità per la ripresa di un Paese che ha fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto del made in Italy«.

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