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Settori in crisi, prosegue il crollo dell'export siciliano

PALERMO. Prosegue il calo dell'export della Sicilia. La conferma viene dalla rilevazione dell'Istat sulle esportazioni delle regioni italiane nel primo trimestre di quest'anno nel quale, osserva l' istituto di statistica, «la diminuzione tendenziale nazionale (0,4%) è determinata dal calo registrato per le regioni dell'area insulare (20,3%), nord -occidentale (-2,5%) e nord -orientale (-0,1), contrastato solo dall' incremento dell' Italia meridionale (+12,25) e centrale (+2,3%)».

Lo scrive il quotidiano La Sicilia di Catania. «E se ad affossare la bilancia nazionale delle vendite all' estero sono le Isole, la Sicilia pesa sul piatto per un buon -8,1%. La nostra regione, prosegue l'analisi dell' Istat, ha guadagnato lo 0,9% nei Paesi europei e ha perso il 14,5% in quelli extra-Ue a confronto con il primo trimestre 2015». Ma cosa è successo alle vendite dei nostri prodotti all'estero? L'Istat offre anche un'analisi territoriale.

Da gennaio a marzo di quest'anno dalla Sicilia sono state esportate merci per 1 miliardo e 677 milioni, pari al 1,7% del totale nazionale di 99 miliardi; nello stesso periodo dell' anno precedente l'Isola aveva piazzato all'estero prodotti per un valore di 1 miliardo e 824 milioni, pari all' 1,8% del totale nazionale di 99,4 miliardi. Dunque, in termini concreti questo 8,1% di perdita nel periodo si traduce in un danno di 147 milioni di euro e lo 0,1% di peso sulla bilancia commerciale del Paese. Per la prima volta dall'inizio della crisi del petrolio, la raffinazione e produzione di carburanti c'entra poco: la flessione, infatti, è stata del 14,4%, inferiore a quella registrata nei periodi precedenti. Analoga e prevista la flessione dei prodotti chimici (-18,6%).

A incidere sul crollo del nostro export sono stati invece quei settori alternativi ai petrolchimici che dovrebbero beneficiare delle politiche promozionali della Regione: i prodotti manifatturieri hanno perso il 9,4%; i mezzi di trasporto l' 80,9%, di cui gli autoveicoli il 28,8% (e qui l' ex Fiat di Termini non c' entra, a inizio 2015 era chiusa); legno -15%; in picchiata anche i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-62%, anche questo frutto del caos normativo e gestionale nel settore).

Hanno evitato un tracollo totale dell'export siciliano i picchi positivi toccati invece da altri settori: articoli farmaceutici +105,2%; apparecchi elettrici +83,7%; agricoltura +3,9%; estrazione di minerali +61,4%; alimentari +12,5%; tessile e abbigliamento +32%; carta +11,8%; gomma e plastica +7,8%; mobili +50,3%. Sono settori che, purtroppo, non hanno ancora una quota specifica tale da determinare in un senso o nell' altro la bilancia commerciale.

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