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Canone Rai in bolletta, in 800 mila chiedono esenzione. Ricorso al Tar

MILANO. L'organizzazione di consumatori Altroconsumo ha deciso di impugnare di fronte al Tar il decreto attuativo sul canone Rai che considera illegittimo. «Con quasi 4 mesi di ritardo rispetto alla data prevista (15 febbraio) è entrato in vigore il decreto attuativo Mise (Ministero dello Sviluppo Economico, ndr) sul canone Rai previsto dalla legge di stabilità 2016» si legge nella nota diffusa oggi dall'organizzazione di consumatori.

«Proprio a causa del ritardo con cui è stato emanato - spiega Altroconsumo - il decreto è superato, contiene disposizioni già note, come il primo addebito del canone Rai nella bolletta dell'energia elettrica di luglio o quella relativa all'autocertificazione da presentare per chi non possiede il televisore, il cui termine ultimo è già scaduto lo scorso 16 maggio. Un decreto che presenta numerose incongruenze, quindi, uscito dopo mesi di ritardi, a ridosso della bolletta di luglio, con ulteriori rinvii a nuovi provvedimenti su aspetti essenziali per i consumatori, quale quello dei rimborsi per gli addebiti inesatti. In mancanza di indicazioni chiare a cui i consumatori possano fare riferimento - conclude l'organizzazione - ci sono tutte le premesse perchè si verifichino errori negli addebiti».

E per questi motivi «Altroconsumo ha deciso di impugnare il decreto attuativo 'Misè sul canone Rai davanti al Tar».

Intanto, è in corso in questi giorni la trasmissione all'Acquirente unico da parte dell'Agenzia delle Entrate delle informazioni sui soggetti che non devono pagare il canone mediante accredito nelle fatture elettriche. Alla scadenza prevista sono state presentate 817 mila dichiarazioni sostitutive di cui 220 mila per via telematica. A darne notizia è il direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi, nel corso di un'audizione alla Camera sull'anagrafe tributaria.

Per l'invio delle dichiarazioni necessarie a non pagare il canone Rai nelle fatture elettriche «la legge ha posto un termine, necessario alle aziende elettriche per rispettare la scadenza del primo luglio. Noi abbiamo fatto i salti mortali per dargli i dati», spiega Orlandi in un'audizione alla Camera. «Per le dichiarazioni presentate fino al 16 maggio c'è l'esenzione per i primi sei mesi, per quelle che arrivassero dopo parte dal mese successivo», aggiunge.

Rispetto al termine, «noi abbiamo accettato anche le dichiarazioni arrivate nei giorni immediatamente successivi. Abbiamo cercato di prendere proprio tutti i dati, anche quelli arrivati prima della pubblicazione del provvedimento dell'Agenzia delle Entrate con formati non idonei li abbiamo comunque accettati», spiega Orlandi.

«L'attività di adempimento presenta delle difficoltà dovute alla necessaria attività di normalizzazione degli indirizzi volta a correggere eventuali errori o incoerenze e completare le informazioni mancanti», osserva il direttore delle Entrate sottolineando come «una volta individuati i soggetti potenzialmente destinatari dell'addebito del canone in fattura è necessario verificare la presenza di eventuali situazioni che prevedono la necessità di non addebitare il canone agli utenti, in particolare per i soggetti che hanno presentato la dichiarazione di non detenzione, i soggetti che hanno dichiarato di non dover pagare il canone in quanto addebitato ad altri componenti della famiglia, i soggetti che hanno già effettuato un pagamento per il 2016 con le precedenti modalità, i soggetti che effettuano il pagamento del canone mediante addebito sulla pensione e i soggetti esentati dal pagamento».

«È solo nell'ipotesi che un cittadino abbia più utenze elettriche intestate con la tariffa agevolata per prima casa, il che vorrebbe dire che è scorretto, che o cambia tariffa oppure paga il canone Rai» anche sulla seconda casa. Lo afferma il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in audizione alla Camera, spiegando che «è una questione di correttezza» e che «se il cittadino ha correttamente una tariffa non residenziale per le utenze delle seconde o terze case non è tenuto a pagare» più volte il canone e non deve fare niente

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