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Pesce più sicuro, i laboratori siciliani sbarcano in Tunisia

PALERMO. Sbarcano in Tunisia la ricerca scientifica e i processi biotecnologici siciliani per avere a tavola pesce più sicuro e non incappare in patologie gastrointestinali. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, insieme ad altri sei partner, ha contribuito a creare in Tunisia (a La Goulette) un nuovo laboratorio specializzato nel controllo dei prodotti ittici, all'interno dell'Instm, Istituto nazionale delle Scienze e Tecnologie del mare, l'equivalente del nostro Cnr.

Un laboratorio, risultato finale di un progetto di cooperazione transfrontaliera, durato tre anni, chiamato «Biovecq» e finanziato nell'ambito del programma comunitario Italia-Tunisia. Un progetto che ha introdotto importanti innovazioni nel sistema produttivo ittico della Tunisia, aggiornando sia i sistemi di tracciabilità del pescato, sia quelli di conservazione a bordo dei pescherecci.

Per non avere problemi alle frontiere e farlo arrivare sulle nostre tavole, come tutti gli altri prodotti del settore alimentare, il pesce deve superare una serie di controlli richiesti dall'Unione Europea. «Insieme agli altri partner, abbiamo portato in Tunisia la nostra ventennale esperienza nel settore ittico e abbiamo creato un laboratorio accreditato e riconosciuto a livello internazionale, secondo le norme comunitarie, ai fini della sicurezza alimentare», ha detto Calogero Di Bella, direttore dell'area di Sorveglianza Epidemiologica dell'Izs Sicilia.

A spiegare, invece, il significato politico della collaborazione tra il ministero italiano della Salute e quello tunisino dell'Agricoltura, è il commissario straordinario dell'Istituto Zooprofilattico, Salvatore Seminara, sostenitore del progetto Biovecq: «Abbiamo fatto un'operazione scientifica, sociale, culturale e politica - ha sottolineato -. In un momento di grande crisi, costruire un laboratorio con attrezzature nuove, formare il personale e far lavorare tanti giovani, ha un grande valore strategico». Il budget complessivo del progetto Biovecq ammonta a circa 2 milioni di euro: risorse comunitarie, cofinanziate da ciascun partner.

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